L'ANALISI
CREMONA. IL NODO SICUREZZA
29 Ottobre 2024 - 05:20
Nei riquadri Alessandro Lupi ed Eugenio Marchesi
CREMONA - La richiesta di maggiori controlli è condivisa da Fipe e da Botteghe del centro, come la preoccupazione degli esercenti che gravitano su piazza Roma. I recenti fatti di violenza preoccupano e rischiano di mettere in ginocchio il commercio.
Eugenio Marchesi, presidente delle Botteghe del centro, non ha dubbi nel sottolineare che «maggiori controlli dovrebbero essere fatti e si dovrebbe magari provvedere a non dare la possibilità di rimanere aperti fino a tarda notte — commenta —. È necessario mettere in atto un po’ di regole e assicurare al settore un po’ di rigore, magari coordinando le informazioni e le azioni da portare avanti con chi vive in prima linea quanto sta accadendo. Bisognerebbe evitare che certi negozi vendano alcolici e provvedere a controlli a tappeto, ma farlo non sulla scia dell’emergenza».
Sulla stessa linea di pensiero si pone Alessandro Lupi, responsabile Fipe di Confcommercio, afferma: «Abbiamo più volte inoltrato al Comune la proposta di esercitare maggiore attenzione alle nuove aperture e capire le caratteristiche degli esercizi che fanno richiesta, ponendo attenzione all’orario di attività — afferma —. Tutto ciò non vuol dire andare contro la legge, ma cercare di coordinare e di capire l’impatto che certe realtà possono avere sul contesto in cui agiscono. Le associazioni di categoria sono a disposizione dell’amministrazione per coordinare le iniziative, nel nome di una geografia del commercio che sia rispettosa degli esercizi esistenti e dell’equilibrio dell’offerta. Può essere questa una possibile sinergia che metta ordine e tuteli l’esistente».
Se questa è la visione programmatica di Lupi, l’emergenza degli ultimi fatti impone maggior rigore: «Sarebbe importante controllare con assiduità quegli esercizi commerciali che offrono servizi no stop — prosegue —. Non meno importante è multare chi vende alcolici a minorenni». Tutto ciò è detto a fronte di un segnale che sta arrivando dagli esercenti che gravitano sulla piazza: «La paura c’è, ma non è solo questo — conclude Lupi —. Si comincia ad assistere a una minore affluenza e certa clientela, spaventata da quanto sta accadendo, preferisce non venire in zona e cambia le sue abitudini. È anche questo un aspetto di cui tener conto. Bisogna correre ai ripari, prima che sia troppo tardi». La disponibilità delle associazioni di categoria c’è, l’importante e avere risultati che ridiano dignità al cuore della città.
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