L'ANALISI
27 Ottobre 2024 - 05:05
CREMONA - I conti si faranno alla fine, ovvero tra pochi giorni: il prossimo 31 ottobre scadranno i tempi previsti dal Governo per l’adesione al concordato preventivo biennale per imprese e partite Iva.
Ci sono però voci contrastanti di un’immediata riapertura dei termini, magari per due o tre settimane già a novembre.
Al momento, a livello provinciale l’Agenzia delle Entrate non è in grado di fornire dati puntuali perché le procedure sono in corso. Di sicuro nel territorio provinciale non c’è stata una corsa all’adesione. Alcune stime parlano di un 10% del totale degli aventi diritto, un dato comunque superiore, seppur di poco, a quello nazionale individuato tramite una recente indagine diffusa dalla Cna, un report che ha mostrato come, al 22 ottobre scorso, su un campione di 23.000 imprese prese in esame tra quelle con i requisiti per l’accesso al concordato, soltanto l’8,14% aveva aderito e un altro 8,22% stava valutando se farlo o meno.
In aggiunta, la scadenza del 31 ottobre pare un po’ ‘stretta’ e molti piccoli imprenditori e artigiani navigano nell’incertezza, non avendo chiaro cosa li attende per il 2025 a livello di fatturato e di introiti.
Questi i fattori determinanti che frenano le adesioni, anche secondo i commercialisti che operano sul territorio provinciale.
Nelle intenzioni del Governo, l’adesione consentirà alle partite Iva che applicano gli ISA, ovvero che sostanzialmente hanno un fatturato inferiore ai 5,1 milioni di euro l’anno, dunque rientrano in questa casistica anche piccole e medie imprese con dipendenti, e ai forfettari di determinare in anticipo redditi e imposte dovute per il biennio 2024-2025. Per i contribuenti che applicano la flat tax, la partenza è sperimentale e limitata ad una sola annualità. Questa adesione dovrebbe consentire al Governo di fare subito cassa, anche in previsione del nuovo bilancio statale. Ma nella stragrande maggioranza dei casi l’incertezza delle prospettive di fatturato per il 2025 frena le partite Iva. Diventa quasi una scommessa, che se vinta può garantire indubbi benefici, ma se persa, ad esempio se si fa una previsione troppo elevata, potrebbe portare ad un esborso aggiuntivo. Nel primo caso il reddito aggiuntivo incassato non sarà soggetto a tassazione. Se, invece, gli introiti annunciati ora, alla prova dei fatti, saranno inferiori di più del 30%, il ministero dell’Economia e delle Finanze potrà prevedere ipotesi straordinarie di revoca del piano concordato.
COSA FARE? CLICCA QUI PER SAPERE TUTTO SUL CONCORDATO PREVENTIVO
«Non c’è molto appeal su questa forma di accordo con il fisco – conferma Ernesto Quinto, decano dei commercialisti cremonesi –: innanzitutto, va valutato caso per caso; fare delle previsioni di reddito nei due anni è complicato. Penso, ad esempio, a settori come l’edilizia o altri comparti che al momento sono un po’ in crisi. Diventa difficile, basandosi sul fatturato 2023, fare questo tipo di stime. L’iniziativa del Governo potrebbe avere un senso nel nostro sistema fiscale, ma basandosi su previsioni diventa difficile definire un reddito se non ho certezze su queste prospettive. Inoltre - prosegue Quinto - ci vuole molto tempo per questa tipologia di verifiche, e gli studi sono in affanno, avendo tutta una serie di adempimenti e scadenze da portare avanti». Anche per queste ragioni, lo stesso Ordine nazionale dei commercialisti aveva chiesto una proroga dei termini. «Una proposta – conclude Quinto – presentata, appunto, per avere più tempo per affrontare la novità al momento non sappiamo se sarà possibile un posticipo e comprendiamo che il Governo debba formulare la legge di bilancio e avere delle previsioni di spesa certe. C’è una parte delle partite Iva per cui il concordato potrebbe avere un senso. Sono coloro che hanno una stabilità per la propria redditività, ad esempio professionisti che lavorano per enti pubblici e di conseguenza ricevono compensi standard per prestazioni che garantiscono da anni».
Per Paolo Stella Monfredini, presidente del consiglio dell’Ordine dei Dottori commercialisti della provincia di Cremona, «il concordato 24/25 viene valutato soprattutto in base alla convenienza. E quindi se devo fare una valutazione per il bilancio dello Stato non prevedo certo un grande risultato. Al momento chi aderisce lo fa solo perché prevede di fatturare meno. L’aspetto della tranquillità legata ai controlli non lo percepisco. C’è una valutazione solo di tipo economico. L’esercito dei forfettari può aderire solo per l’anno che sta finendo. Ragionevolmente, essendo ormai fine ottobre, può avere una proiezione molto attendibile di come sia andato. Il forfettario è già un regime molto vantaggioso. Per gli altri soggetti, sull’anno che sta per concludersi possono fare una valutazione abbastanza specifica, ma resta il punto di domanda sul 2025. La richiesta di proroga fatta anche dal nostro Consiglio nazionale avrebbe dato la possibilità a noi professionisti di valutare meglio con i rispettivi clienti. Sulla riapertura dei termini, in base a quanto hanno detto esponenti del Governo, non pare ci siano gli estremi per una possibilità in tal senso, ma il passato ci ha insegnato che le carte in tavola possono cambiare nel breve volgere di qualche giorno».
Concetti ribaditi anche da Mario Tagliaferri, commercialista di Crema. «Da quanto sappiamo in via ufficiosa, l’adesione dovrebbe essere intorno al 10% di coloro che ne hanno diritto. La questione è legata principalmente alla oggettiva difficoltà di avere certezze per il nuovo anno. O si è giovani e dunque in una fase di ascesa costante del proprio reddito, oppure diventa davvero complicato fare previsioni. Poi, certo, non c’è stato nemmeno troppo tempo a disposizione. La scadenza è ormai davvero ravvicinata, vedremo se ci sarà la possibilità di una riapertura dei termini più avanti, magari per un paio di settimane o tre».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris