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IL CASO

Medicina dello sport: «Attività a forte rischio»

L’allarme di Stassano: «A marzo la specialista lascerà la struttura ma non c'è un sostituto». l centro Interflumina ogni anno vengono effettuati circa 3500 esami per l’idoneità

La Provincia Redazione

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26 Ottobre 2024 - 05:10

Medicina sportiva: «Attività a forte rischio»

CASALMAGGIORE - Il Centro di Medicina dello Sport dell'Associazione Atletica Interflumina, attivo dal 2003 e accreditato dalla Fidal Lombardia dal 2018, è a rischio di chiusura. Il presidente dell’associazione, Carlo Stassano, esprime una profonda preoccupazione per la futura disponibilità dei servizi, un punto di riferimento fondamentale per il territorio.  

UNICO MEDICO

stassano

La questione ruota attorno alla possibile partenza dell’unica figura chiave del centro, la dottoressa Linda Bitto, medico dello sport, che a marzo potrebbe trasferirsi in Sicilia, sua regione d'origine. «Siamo disperatamente alla ricerca di un sostituto, ma non è facile — spiega Stassano — perché il numero di medici dello sport è estremamente limitato. Ogni anno se ne laureano solo dieci, mentre la domanda è crescente. Per erogare i certificati di idoneità sportiva, indispensabili per la pratica agonistica, serve necessariamente un medico sportivo. Un cardiologo, ad esempio, pur con competenze specifiche ed essenziali per l’idoneità, non è sufficiente».

MIGLIAIA DI CERTIFICATI

Stassano sottolinea l’importanza di questo servizio per la comunità: «Siamo aperti due giorni a settimana ed eroghiamo mediamente 3500 certificati di idoneità ogni anno. Prima del nostro centro, gli atleti del territorio dovevano recarsi a Cremona o a Mantova per ottenere il documento. La domanda è alta, tant'è che stiamo già prenotando le visite per dicembre». Il medico in servizio, oltre che a Casalmaggiore, «un giorno lavora a Milano e uno a Brescia, ma vuole rientrare in Sicilia il prima possibile». Grazie all'accreditamento regionale, «i minori agonisti possono accedere gratuitamente ai servizi del centro, mentre i maggiorenni pagano tariffe agevolate rispetto a quanto prevedono i protocolli regionali».

LE RIPERCUSSIONI

La chiusura metterebbe a rischio non solo il servizio, ma anche le risorse finanziarie dell’Interflumina, che reinveste gli introiti nelle attività sportive per i giovani. «Non nascondo che la ricaduta sarebbe negativa anche sotto il profilo economico, perché il Centro è una fonte importante per consentire all’Interflumina di erogare i servizi. È tutto trasparente e chiaro, basta guardare i nostri bilanci. Purtroppo dovremo ridurre i servizi, se il Centro finirà per chiudere».

SOLUZIONE DIFFICILE

La situazione, al momento, appare senza soluzione: «Abbiamo tentato di tutto — aggiunge Stassano — arrivando anche a contattare Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, ma non siamo ancora riusciti a trovare una risposta». La chiusura del centro rappresenterebbe una perdita significativa per Casalmaggiore e per il sostegno alle attività sportive del territorio. Le speranze di trovare la quadra ovviamente non sono spente, ma il tempo stringe.

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