L'ANALISI
NEL CREMASCO
25 Ottobre 2024 - 13:42
CREMA - Nell’ambito dei controlli mirati al contrasto del lavoro irregolare e al caporalato, ieri mattina i carabinieri di Crema e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cremona hanno controllato un’azienda agricola con sede nel cremasco, denunciando all’autorità giudiziaria i due titolari. I militari si sono presentati in forze nell'azienda, operante nel settore dell’allevamento di bovini, e hanno subito capito che qualcosa non andava perché due uomini si sono dati alla fuga.
I due, raggiunti e identificati, si sono rivelati essere lavoratori dell'azienda. Sono stati identificati anche i titolari e i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno subito avviato gli accertamenti, appurando che i due uomini che stavano tentando di fuggire erano lavoratori in “nero”, sprovvisti oltretutto di regolare permesso di soggiorno. Tra l'altro, uno di loro era già stato espulso nell’agosto del 2023 dal questore di Brescia in quanto immigrato irregolare.
Dai controlli dell'Arma è anche emerso che i titolari stavano sfruttando il lavoro dei due stranieri: oltre che senza contratto di lavoro, essi risultavano sottopagati rispetto alla retribuzione prevista per il settore dal Contratto collettivo nazionale di lavoro, erano impiegati per 13 ore di lavoro al giorno, non potevano godere di giornate di riposo e uno dei due era alloggiato e viveva in un container presente nell’azienda, in condizione igieniche precarie.
Per questi motivi, i titolari dell’azienda sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro e impiego di lavoratori privi del permesso di soggiorno, mentre i due stranieri sono stati denunciati per la loro irregolarità sul territorio nazionale. I carabinieri dell'Ispettorato del Lavoro hanno anche accertato numerose violazioni amministrative per un totale di circa 40mila euro tra multe e ammende.
Infatti, i lavoratori erano stati assunti senza preventiva comunicazione agli uffici preposti, non avevano ricevuto un'adeguata formazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e informazione sui rischi sul lavoro, non erano stati inviati a visita medica preassuntiva obbligatoria, era stata omessa la valutazione del rischio in materia di microclima e il pagamento della retribuzione avveniva in contanti e non in maniera tracciabile. Per l’impresa è stato adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale.
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