L'ANALISI
25 Ottobre 2024 - 08:15
CREMONA - Ai tempi di Chat Gpt e dell’intelligenza artificiale, i compiti a casa pare non abbiano più senso. Bisogna cambiare strategia, immaginare un’altra modalità di scuola: l’imposizione non paga, la cooperazione fra docenti e studenti sembra essere la strategia vincente, ma senza confondere i ruoli. Per capirlo basta entrare nella class room del Ghisleri: i tavoli a margherita, su ogni tavolo un notebook, tre schermi in cui si proiettano diagrammi, ma anche il video di Ronaldo che va in goal con una parabola tutta da studiare. La lezione frontale è un ricordo, la collaborazione fra docente e discenti è la strategia per raggiungere gli obiettivi formativi.
Gloria Grazioli, vicepreside del Ghisleri, non va tanto per il sottile e afferma: «Non ha più senso dare i compiti a casa: in Chat Gpt i ragazzi hanno trovato un formidabile alleato per risolvere esercizi e problemi di geometria dati a casa come esercizi per le verifiche in classe — spiega la professoressa —. Così ho deciso di ribaltare le cose e lavorare con loro. Non c’è altra soluzione. Ho realizzato tutta una serie di video dedicati a monotematiche: le espressioni, lo studio di funzione, le parabole. Ho confezionato video di cinque o sei minuti, non di più perché altrimenti non li guardano. Il compito a casa è guardare la clip e poi i compiti li facciamo in classe».
Mentre si aggira fra i banchi a margherita, Grazioli entra nel merito: «Tutto cambia. Io mi metto al banco con loro, seguo i più bravi e chi ha maggiori difficoltà, posso assistere al ragionamento che fanno per risolvere gli esercizi e intervenire correggendoli e riportandoli sulla via giusta — spiega —. Non c’è distanza, si lavora insieme per raggiungere l’obiettivo: imparare a considerare la matematica una risorsa spendibile nella quotidianità».
I ragazzi della classe terza la guardano: si parla di Ronaldo, della distanza dal dischetto alla porta, dei piedi del campione come punto zero per tracciare la parabola e per iniziare a studiarla. La matematica arriva come ospite gradito e inatteso, passando dalla realtà. Grazioli continua: «Il mio è un lavoro di seduzione e di ricerca di senso, svolto insieme ai ragazzi, rispetto a quello che studiamo. Un primo passo è far passare l’idea che la matematica sia un linguaggio che serve a trovare la misura di ciò che facciamo, ma anche a studiare lo sviluppo possibile di alcuni fenomeni. Se passa questo concetto, poi i ragazzi seguono e si appassionano».
Lo conferma una studentessa: «Fare gli esercizi in classe, e non a casa, aiuta: si capisce meglio cosa fare e come. Avere la professoressa che ti indirizza aiuta e alla fine ci si appassiona», racconta guardando con un po’ di sospetto il calore con cui i suoi compagni di classe discutono della parabola del goal di Ronaldo. La matematica è anche questa. In barba a Chat Gpt.
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