L'ANALISI
17 Ottobre 2023 - 20:11
La filosofa Maura Giancitano
CREMONA - Come tacitare l’inquietudine di vedersi compilare in pochi secondi e con zero fatica il compito assegnato agli studenti, grazie a Chat Gpt? A questa sensazione che serpeggia nelle aule insegnanti di tutte le scuole italiane ha cercato di dare una risposta (tranquillizzante?) la filosofa Maura Gancitano, oggi pomeriggio al Teatro Monteverdi, affrontando il tema: ‘L’intelligenza artificiale come Pharmakon’. L’incontro ha aperto l’ultimo anno del Tempo Ritrovato, il progetto pedagogico ed educativo del Comune di Cremona e della Rete degli istituti comprensivi cittadini, capofila il Cremona 5 che ha come filo conduttore il Tempo della crescita.
L’assessore all’istruzione Maura Ruggeri ha sottolineato come l’iniziativa sia nata all’indomani della ripresa della attività didattiche in presenza dopo la pandemia, «da qui l’idea del tempo ritrovato dopo quello sospeso imposto dal Covid — ha detto Ruggeri —. La scuola è da sempre un’antenna sensibile ai cambiamenti in atto della società, registra e vive in maniera diretta mutamenti, incertezze e novità. Per questo abbiamo pensato di coinvolgere di nuovo la filosofa Gancitano per aiutarci a riflettere sul digitale e in particolar modo sull’intelligenza artificiale che già fa parte delle nostre vite».
Così Gancitano, chiedendo la partecipazione della platea di docenti ed educatori, ha cercato di fornire le indicazioni su come gestire non tanto l’Intelligenza Artificiale in sé, ma le strategie che trasformino l’A.I. in una medicina e non in un veleno. «Parto da un dato raccolto in due incontri sull’utilizzo di Chat Gpt, utilizzata dal 50% degli studenti delle medie che ho incontrato al Salone del Libro di Torino e dal 3% degli insegnanti, durante un seminario dedicato al digitale — ha esordito —. Non è un dato con valore statistico, ma semplicemente esperienziale. Questo per dire che per gestire i nuovi mezzi che la tecnologia è necessario conoscerli. Se noi adulti li frequentiamo, sappiamo anche indirizzare e aiutare i nostri studenti che, come è logico che sia, vedono in Chat Gpt la scorciatoia per fare i compiti in tempi rapidi e con poca o nulla fatica».
Gancitano ha proposto ai docenti al Monteverdi di affrontare l’incognita Intelligenza artificiale partendo da una considerazione: «L’A.I. è educata dall’uomo, funziona solo se vengono forniti moli ingenti di dati da cui può pescare informazioni, in base agli input ai pattern che noi forniamo, ponendole domande — ha spiegate —. Ciò che non può fare è rispondere a quesiti morali, perché così le è stato detto di fare. Chi ha provato ad usare Chat Gpt ha avuto l’inquietante impressione di parlare con una sorta di oracolo, ma in realtà non è così. Certo da un mese all’altro la chat muta, ora può accedere a Internet e quindi le sue risposte possono essere sempre più dettagliate e precise. Detto questo, l’intelligenza artificiale non pensa ma è stata nutrita di dati che sa rielaborare e connettere con incredibile velocità. Il meccanismo del nostro cervello non procede per accumulo, ma invece ha la tendenza al risparmio, a trovare le soluzioni con il minor dispendio di energia e selezionando ciò che interessa e serve. Già questa prima differenza dovrebbe metterci al sicuro e forse tranquillizzarci un poco».
L’idea è che serva conoscere Chat Gpt per dominarla, governarla, o semplicemente sgamare gli alunni che la utilizzano per i compiti di matematica. «È di qualche tempo fa lo scandalo che in alcune università docenti e ricercatori si fossero affidati all’intelligenza artificiale per scrivere saggi, senza accorgersi che l’A.I. proponeva fonti del tutto inventate — ha spiegato —. Per quanto perfettibile, l’I.A. allo stato attuale non è infallibile, ma in futuro non so dire. Detto questo, credo che ciò che dobbiamo tutelare nel nostro compito di educatori è l’attenzione al processo». Ed è in questo passaggio che Gancitano dà conto della vox media di Pharmakon chiedendo alla platea di leggere la possibilità di usare l’intelligenza artificiale non come un avvelenamento del mestiere di educatore, ma come una cura, una risorsa che può aiutare a trovare informazioni, senza rinunciare al processo creativo che è proprio dell’uomo.
Certo le paure che la cosa possa sfuggire ci sono, ma per ora dati oggettivi di questo pericolo sembrano, secondo Gancitano, appartenere solo alla letteratura di fantascienza. Il mezzo Chat Gpt non è un male né un bene in termini assoluti, ma lo è in base all’uso che se ne fa. Può essere uno stimolo a trovare informazioni e non solo una scorciatoia per fare i compiti assegnati. Conoscere per non avere paura: questo il messaggio di fondo di Maura Gancitano che ieri ha inaugurato il ciclo di iniziative del tempo ritrovato un percorso di formazione per docenti sulla lettura con la Scuola Holden di Torino, incontri con gli autori (Giuseppe Festa, Susanna Mattiangeli, Marco Magnone, Gabriele Clima) per le classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, momenti formativi per ragazzi e famiglie sulla ‘eco ansia’. Chiuderà la rassegna il filosofo Umberto Galimberti.
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