Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL CONVEGNO

Giovani e cultura della legalità: «C'è ancora molto lavoro da fare»

L’incontro di oggi, voluto dall’equipe del Centro C.R.I.A.F. e rivolto agli studenti e alle scuole, ha visto intrecciarsi la voce delle istituzioni deputate alla sicurezza e quelle della ricerca antropologica e sociale

Claudio Barcellari

Email:

redazione@laprovinciacr.it

23 Ottobre 2024 - 20:26

Giovani e cultura della legalità: «C'è ancora molto lavoro da fare»

CREMONA - Giovani e cultura della legalità: lo scenario appare repentinamente mutato, come emerge dai risultati della ricerca ‘la percezione della legalità e delle regole nei giovani’, presentati in esclusiva in sala Puerari al museo civico. L’incontro di oggi, voluto dall’equipe del Centro C.R.I.A.F. e rivolto agli studenti e alle scuole, ha visto intrecciarsi la voce delle istituzioni deputate alla sicurezza e quelle della ricerca antropologica e sociale. Il quesito sotteso: siamo nel mezzo di un’emergenza in termini di responsabilità educativa?


Nella tavola rotonda di oggi, la frase che ha accomunato i relatori è la stessa: «C’è ancora molto lavoro da fare». E ce n’è davvero, come dimostrano i dati. Marida Brignani, presidente del Soroptimist Club di Cremona, dopo aver ringraziato le istituzioni coinvolte (Comune di Cremona, C.R.I.A.F., Ordine degli avvocati, e il patrocinatore club Soroptimist), ha aperto il convegno sottolineando la validità della ricerca condotta: «Ci confrontiamo con una ricerca di prima mano che presentiamo per la prima volta qua a Cremona. Soroptimist ha molto a cuore il tema della legalità».


Subito dopo, il saluto di Roberta Mozzi, assessora all’Istruzione: «Sono stata dirigente scolastico per diversi anni – ha spiegato – collaborando io stessa con Soroptimist, oltre che con le forze dell’ordine». Si è accodata ai ringraziamenti anche la voce di Graziella Locci, vicepresidente della Provincia di Cremona. «Riporto i saluti di Roberto Mariani, con un plauso a Soroptimist Cremona per questo importante momento di confronto su temi come legalità e giustizia».


Sono poi seguiti gli interventi dei relatori, moderati da Francesca Morandi, giornalista del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema. Paola Cattenati, Responsabile centro C.R.I.A.F., ha esordito illustrando i dettagli della ricerca: «I dati sono stati raccolti attraverso un questionario e la tecnica delle libere associazioni, combinate ad interventi laboratoriali ed esperienziali sul tema della legalità. Abbiamo lavorato su un campione di 1.004 studenti, tra la secondaria di primo grado e di secondo grado».

I risultati lasciano attoniti: «Solo il 20% degli intervistati dichiara di rispettare le regole, più a scuola che a casa. Il 78% dei ragazzi afferma che i coetanei non lo fanno. In compenso, la maggior parte della popolazione giovanile ha una chiara idea di che cosa sia illegale, con l’eccezione di alcune zone d’ombra. Il 56% degli intervistati considera legale scaricare materiali con copyright da internet; è come se lo schermo indebolisse il senso morale».


Il problema va forse letto in termini di responsabilità. «Quando si chiede ad un adulto ‘che cosa significa essere un genitore responsabile’ – ha commentato Angela Biscaldi, Docente di antropologia culturale presso l’Università Statale di Milano – si ha l’impressione che la domanda non sia mai stata rivolta prima al nostro interlocutore. Ho provato a cambiare la domanda: ‘di che cosa sono responsabili i vostri figli?’. La maggior parte dei genitori rispondeva che i figli non erano responsabili di nulla. Questo alleggerimento della responsabilità del minore comporta conseguenze pericolose».


L’arma per intervenire potrebbe essere quella dell’ ‘intervento nel sociale’, per parafrasare Paolo Sambataro, Colonnello e Comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Cremona. «Non vogliamo fare prevenzione o repressione – ha spiegato Sambataro – ma portare avanti campagne di cultura della legalità delle scuole. Il range di età a cui mi rivolgo è sempre più basso: oggi parliamo di legalità a studenti dalla quarta elementare fino alla quinta superiore, perché c’è una diffusa precocizzazione di alcuni rischi. A Cremona, lo scorso anno, abbiamo fatto 160 incontri, raggiungendo a circa 7000 ragazzi».


Secondo Alberto Casarotti, Sostituto Commissario Coordinatore Responsabile della Sezione operativa per la Sicurezza cibernetica della Polizia Postale di Cremona, il dialogo tra genitori e figli è fondamentale in questo scenario. «Gestiamo quotidianamente casi di adescamento ai danni di minori: in tutti i casi, il genitore lo ha scoperto per caso. Consiglio il parental control: il genitore ha una coscienza dello strumento tecnologico che il ragazzo non ha». «Quando si parla di giovani – ha concluso Alessio Romanelli, Presidente Ordine degli Avvocati di Cremona – c’è chi dice che, dai nostri tempi, non è cambiato nulla, e chi dice che il mondo sta andando allo sfacelo. Entrambe queste visioni deresponsabilizzano il nostro ruolo di classe dirigente».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400