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CREMONA. GLI IMMIGRATI NON COMUNITARI

I permessi a quota 27mila. Uno su due supera l’anno

In provincia di Cremona il 2,9% di tutti i residenti in Lombardia. Calano quelli per motivi di lavoro

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

22 Ottobre 2024 - 05:20

I permessi a quota 27mila. Uno su due supera l’anno

CREMONA - Sono circa 27mila gli stranieri non comunitari con permesso di soggiorno in provincia di Cremona, pari al 7,6% degli oltre 352 mila residenti. A renderlo noto sono i dati diffusi dal Ministero dell’Interno ed elaborati nelle scorse ore da Istat e Polis Lombardia.

Un dato che fa da contraltare a quello che vede la Lombardia al primo posto tra le regioni italiane, con i suoi 929mila cittadini stranieri regolari presenti sul territorio. Soltanto il 2,9% di questi risiede in provincia di Cremona che, insieme a Lecco (2,5%), Lodi (2%) e Sondrio (0,9%) si colloca in fondo alle classifica. Primo posto, scontato, per Milano, dove risiede oltre la metà (50,3%) degli extracomunitari lombardi. Seguono Brescia (12,3%) e Bergamo (10,5%). Gli altri capoluoghi, tolto Varese con il suo 6,3%, si attestano attorno ad una presenza del 4% (Mantova 4,4%, Pavia 4,2%, Como 3,7%).

Trasformando le percentuali in numeri assoluti ci si fa un’idea più concreta di quante persone si tratti: se a Milano i cittadini stranieri non comunitari in possesso di un regolare permesso di soggiorno sono 467.638, a Cremona sono 26.941. Di questi il 50,5% dispone di un permesso per un periodo superiore ad un anno, il 40,2% tra sei e dodici mesi e il restante 9,3% per un massimo di sei mesi. Numeri che raccontano una provincia in cui si tende a rimanere piuttosto che a transitare, in controtendenza rispetto al dato lombardo, con un 25,2% di permessi al di sotto dei sei mesi, e a quello di altre province quali Lecco, dove la percentuale delle autorizzazioni brevi sale al 39,1%. La durata dei permessi rilasciati varia in base al tipo di visto utilizzato per entrare in Italia e al motivo per il quale i cittadini extracomunitari sono stati autorizzati a rimanere sul territorio nazionale.

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E proprio guardando al motivo dei permessi di soggiorno emerge un altro aspetto interessante: dei quasi 73mila rilasciati in Lombardia nel 2023 (il 22% del totale nazionale) la maggior parte, pari a 31.717, sono per ricongiungimento familiare e 8.686 per motivi di lavoro. Ma se il primo dato si mantiene sostanzialmente stabile (-0,7%) rispetto alla rilevazione del 2022, non si può dire altrettanto dei permessi legati al lavoro, in calo del 37,9% sull’anno precedente. Il contesto nazionale è comunque quello di una stretta generale (-3,2%) sul rilascio dei permessi di soggiorno con un calo in sia per quelli lavorativi (-11,6%) che per i ricongiungimenti familiari (-6,1%). Riportano il segno più solo due casi: i permessi per motivi di studio, che crescono del 1,9%, e quelli per protezione internazionale che registrano un +23,8% rispetto al 2022. Un dato senza dubbio influenzato dalle circostanze geopolitiche legate in particolare alla guerra in Ucraina. Guardando ai Paesi di provenienza, sempre sul territorio nazionale, dei cittadini extracomunitari, si nota infatti come il primo gruppo nazionale per presenze al 31 dicembre del 2023 è stato quello dei cittadini ucraini (385.819), seguito da Marocco (371.811), Albania (359.442), Cina (267.090) e Bangladesh (167.263). In Lombardia i dati riferiti ai Paesi di provenienza evidenziano differenze tra le componenti maschile e femminile: per quel che riguarda gli uomini, sono gli egiziani quelli maggiormente presenti (69.935, il 15% dei casi) mentre per la componente femminile è l’Ucraina ad avere la leadership per numero di presenze (61.221, pari al 13,2%).

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