L'ANALISI
21 Ottobre 2024 - 17:47
Nei riquadri gli avvocati Pacifici e Castelli
CREMONA - Individuava le studentesse a caso, in stazione, sul treno, per strada, in biblioteca. Le agganciava con i complimenti – «Sei bellissima» – le inseguiva, tentava l’approccio, le avvicinava di scatto, con qualcuna ha allungato le mani. Convinto di non fare nulla di male, di abbordarle, il molestatore seriale di 11 ragazzine, alcune non ancora maggiorenni, oggi è stato condannato a 2 anni e 10 mesi dal gup. Nel processo in abbreviato, per l’uomo, 32 anni, incensurato, il pm aveva chiesto 2 anni e 1 mese. Entro 60 giorni la motivazione della sentenza, verso la quale gli avvocati Caterina Pacifici e Vito Castelli valutano di proporre appello. Nel processo nessuna delle ragazze si era costituita parte civile.
I fatti sono avvenuti tra settembre e dicembre del 2023. Dopo le denunce, il 32enne era stato messo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a casa della madre, ma ha poi violato la misura. Ottenuto il permesso per recarsi dal dentista in un paese del Cremonese, dopo la visita, nel rincasare, l’aveva presa «troppo larga». È in carcere.
Sono storie simili quelle riversate nelle cinque pagine della richiesta di rinvio a giudizio.
Storie di studentesse spaventate che a scuola non sono più andate da sole, ma accompagnate dai genitori. C’è chi nella borsa si era messa lo spray urticante al peperoncino, chi non è più uscita da sola, chi camminava guardandosi attorno. Il primo episodio risale al 12 settembre di un anno fa. Il 32enne ha puntato gli occhi su una diciottenne arrivata in stazione con le amiche dopo la scuola. «Ciao come stai?». Poi, l’ha seguita nel sottopassaggio, l’ha abbracciata, chiedendole, con insistenza, il numero del suo smartphone. Per mettergli paura, lei ha ribattuto: «Sono fidanzata con un ragazzo appena uscito dalla prigione». Ma non è servito. Il molestatore ha continuato a inseguirla ed è rimasto sul binario in attesa del treno al punto che la studentessa si è avvicinata ad un giovane, chiedendogli di fingersi suo fidanzato. Il giorno dopo, la diciottenne ha di nuovo incontrato il suo molestatore, sempre in stazione.
«Sei bellissima, hai gli occhi belli, voglio un bacio, scappiamo via io e te».
Un’altra studentessa se l’è vista brutta quattro volte. La prima, il 27 ottobre, sul treno. Il molestatore le si è seduto accanto e secondo l’accusa, con la scusa di inserire la spina del carica batterie nella presa posta vicino alla ragazza, le ha palpeggiato una coscia. Il 17 novembre successivo, la studentessa è stata intercettata nel parcheggio dei bus in via Dante, il 26 novembre, in una via del centro storico con il molestatore che l’ha seguita. L’ultima volta, il 18 dicembre, nei giardini pubblici di piazza Roma. La studentessa, spaventata, ha allungato il passo e lo ha seminato. Il 16 dicembre, ancora lui si è appostato sotto casa della ragazzina. Scoperto dai coinquilini, si è allontanato di fretta.
Una delle vittime ha incontrato il suo molestatore tre volte: in piazza del Comune, in un supermercato del centro e sul treno, quando «ha cercato di avere un contatto fisico», dice l’accusa, infilando la mano nella tasca del giubbotto della vittima, poi «le ha dato dei buffetti sulla guancia, dei piccoli colpi in testa con la biro, le ha messo in testa il cappuccio del suo giaccone con una insistenza tale da ingenerare nella ragazzina disagio e ansia». Episodi simili si sono ripetuti nei giorni successivi con altre vittime. È il caso, ad esempio, di una studentessa di 16 anni molestata nella sala della biblioteca statale, in via Ugolani Dati. L’uomo le si è seduto accanto, le ha fatto varie domande personali, poi le ha repentinamente toccato con il dito un occhio. L’adolescente, spaventata, ha immediatamente telefonato ai suoi genitori. C’è il caso di una studentessa minorenne molestata nel piazzale delle Tramvie.
La ragazzina era seduta sulla panchina in attesa del pullman che la riportasse a casa da scuola. Il 32enne l’ha fissata, si è seduto vicino, con insistenza le ha chiesto quale pullman aspettasse, le ha fatto varie avances. Nonostante la giovane lo ignorasse, lui non ha mollato la preda. Le ha chiesto di seguirlo in bagno. Dopo aver incassato l’ennesimo ‘no’, il molestatore le ha sussurrato degli apprezzamenti: «Che belle cosce che hai». Un’altra vittima è stata intercettata in via Palestro. La ragazza camminava con gli auricolari, ascoltava musica. L’uomo le ha allungato un bigliettino con il suo numero di smartphone, lei ha tirato dritto con lui alle calcagna. «Voglio uscire con te, esci con me». La ragazza lo ha ignorato, ha allungato il passo e si è messa correre.
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