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LA SCUOLA E LA BUROCRAZIA

Concorso vinto e beffa, senza stipendio due mesi

Il calvario di una prof di matematica: «Iter sbloccato e cedolini pubblicati, incrocio le dita»

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

20 Ottobre 2024 - 05:20

Concorso vinto e beffa, senza stipendio due mesi

Un’aula scolastica con arredi per la didattica partecipativa durante un’attività laboratoriale. Nel riquadro, la docente Lara Avanzini

CREMONA - «Sembra che i soldi arrivino, forse saranno accreditati fra il 25 e 29 ottobre. L’altro giorno ho visto sulla piattaforma il cedolino degli stipendi di settembre e ottobre, mai arrivati», racconta Lara Avanzini, 43 anni, docente di matematica da una decina d’anni, vincitrice del concorso straordinario del 2021, entrata in ruolo l’anno scorso. Per due mesi, fino alla notizia dell’altro ieri, Avanzini, e come lei molti altri docenti, non hanno ricevuto lo stipendio e si sono visti costretti a fare economie, nei limiti del possibile. Il motivo? È probabile sia stato un inghippo burocratico e di comunicazione fra ministeri e uffici periferici.


«Sulla responsabilità di questo ritardo non è possibile dire nulla con certezza: la strada più comoda è stata quella di ritenere responsabile del disguido il Ministero di Economia e Finanza, dove il procedimento si sarebbe arenato — spiega Avanzini —. Io come molti altri sono entrata in ruolo il passato anno scolastico, ma l’amministrazione ha continuato a pagarci con un contratto a tempo determinato con scadenza al 31 agosto 2024. Dal primo settembre sono passata al contratto definitivo a tempo indeterminato ed è nato da qui l’equivoco. Ad un certo punto, intorno al 23 settembre, data in cui vengono accreditati gli stipendi, ho visto che non c’erano i soldi. Ho aspettato una settimana e poi ho cominciato a cercare di capire».


Da qui il rimpallo delle responsabilità: «Ho chiesto alla segreteria della mia scuola che mi ha rimandato a quella dell’istituto dove ero l’anno scorso — racconta —. Ho poi scritto all’Usr non ricevendo risposta alcuna e ovviamente al ministero dell’istruzione e al Mef, giusto per non lasciare nulla di intentato. Ma nulla. Devo dire che ha cominciato a montarmi un po’ di ansia. Due mesi senza stipendio, non sono uno scherzo».


Per quanto risollevata dalla notifica del prossimo accredito dello stipendio, la docente di matematica non nasconde: «Sono stati due mesi difficili. Io ho quattro figli e per fortuna mio marito che fa l’ingegnere lo stipendio l’ha portato a casa — racconta —. Da un momento all’altro ci siamo ritrovati a dover fare economia, ma certe cose non si possono tagliare. Il mese di settembre è il mese in cui le attività sportive dei figli ricominciano e ci sono le iscrizioni da pagare, ci sono i libri e il materiale per l’avvio dell’anno scolastico. E poi la rata del mutuo deve essere pagata; il fatto che lo stipendio da professore non arrivi, non è una giustificazione. Non è stato facile, ma soprattutto è stato avvilente non riuscire a capire il perché, essere rimbalzata da un ufficio all’altro senza avere spiegazioni plausibili».


E se pure tutto è bene quel che finisce bene per Avanzini rimane l’amarezza: «Incrocio le dita affinché la presenza in rete dei cedolini degli stipendi non sia uno specchietto per le allodole, ma certo, pur amando il lavoro che faccio, resta forte l’amarezza. Non percepire lo stipendio e andare a lavorare ugualmente mi ha dato una strana sensazione, fra impotenza e rabbia. Io posso reputarmi fortunata, anche se portare avanti il ménage familiare con quattro figli non è uno scherzo, dal punto di vista economico, ma penso a chi si trovava in situazioni economiche più fragili».

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