L'ANALISI
19 Ottobre 2024 - 05:15
Il commissario viceprefetto vicario Gianpaola Modolo
SAN DANIELE PO - «Mi auguro che alle elezioni amministrative che si terranno nella primavera del 2025 si presenti qualcuno. Il commissariamento di un ente è una ‘patologia’ che non fa mai piacere. Un ente locale è sempre meglio che venga guidato da un cittadino eletto democraticamente». Si esprime così, in prima battuta, il commissario di San Daniele Po viceprefetto vicario Gianpaola Modolo nell'intervista concessa al nostro quotidiano. Una sorta di bilancio a poco più di quattro mesi dalla nomina a 'traghettatore' del Comune rivierasco che alle elezioni amministrative dello scorso giugno non aveva visto nessuna lista presentarsi al voto.
Che situazione ha trovato al suo arrivo a metà giugno?
«La situazione era ben nota visto che il comune aveva dichiarato il dissesto finanziario il 13 ottobre 2022, quindi io sono stata nominata un anno e mezzo dopo quel momento cruciale».
Com’è il clima in comune, tra i dipendenti?
«Massima disponibilità da parte di tutti, i rapporti sono formali ma tutti lavorano per rendere meno complicato il periodo ai cittadini. L’organico dell’ente locale è ridotto ai minimi termini, situazione analoga a tanti piccoli comuni».
Quale è, invece, il ruolo dell'Organo straordinario di liquidazione Filomena Formisano?
«È stata nominata nel mese di novembre 2022 a seguito del dissesto finanziario e il suo ruolo è quello di gestire i debiti pregressi e comunque fino al dicembre 2022, pagare appunto gli arretrati fino a quella data. Il compito non è ancora terminato».
Quali strategie avete messo in campo per provare a ridurre il debito?
«La gestione attuale dell'ente locale prevede due percorsi per ridurre il debito e far cessare il prima possibile il dissesto: da una parte la vendita di immobili comunali e dall'altra la rinegoziazione dei prestiti contratti in passato. La situazione richiede un’attenta e oculata gestione delle risorse che sto attuando con il segretario comunale Maria Rita Nanni e il revisore dei conti».
Ci sono state alcune scelte come l'annullamento delle soglie Isee per la mensa e il trasporto scolastico che hanno creato malumori.
«Purtroppo gli spazi di manovra sono molto ridotti in una situazione economica di dissesto, speriamo che questi tagli siano solo temporanei. Un sindaco eletto dai cittadini avrebbe fatto magari altre valutazioni».
Ha fatto un certo scalpore il corposo elenco dei beni comunali messi in vendita.
«L'elenco dei beni che potenzialmente possono essere venduti è solo teorico. Al momento sono stati messi in vendita la caserma dei carabinieri, un appartamento e la residenza per anziani Villa Irma. I tecnici puntano molto su quest'ultimo immobile, sicuramente il più appetibile per i servizi che offre. La caserma per l'ente locale rappresenta un'entrata con l'affitto ma anche una spesa per i lavori di messa a norma. Basterebbe anche venderne uno solo per aver un bell’aiuto».
Tra i beni figura anche l'ex ammasso del grano che aveva anche ricevuto un contributo governativo di due milioni di euro nel 2017.
«Per noi però non è prioritario per la vendita, in quanto essendo un bene vincolato troverebbe mercato con più difficoltà».
Dopo la prima bocciatura da parte del Ministero dell'Interno del bilancio stabilmente equilibrato – documento fondamentale per il risanamento dei conti comunali -, era stato ripresentato ancora dall'amministrazione Persico a fine aprile, a che punto è l'iter per l’approvazione?
«Il secondo documento è stato oggetto di integrazioni e aggiustamenti e siamo in attesa di una risposta. Purtroppo i tempi ministeriali sono lunghi».
Ha mai incontrato l'ex sindaco Davide Persico?
«Una volta, ho chiesto un incontro per un passaggio di consegne e acquisire altre informazioni. Si è mostrato molto dispiaciuto per la situazione venutasi a creare e mi ha illustrato ciò che è stato fatto nel periodo post dissesto».
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