L'ANALISI
18 Ottobre 2024 - 05:10
Giuseppe Lazzari di Recorfano ha collezionato 1.200 bottiglie di liquore e vino
RECORFANO - Una collezione sorprendente si cela in un angolo del piccolo borgo voltidese. È quella di Giuseppe Lazzari, che nelle varie scaffalature e armadi della sua casa, dove vive con la moglie Mariarosa Gandolfi, custodisce 1.200 bottiglie di vini e liquori di ogni tipo e provenienza. Una raccolta costruita con cura nel corso dei decenni, con pezzi rari e unici, tra cui spicca una bottiglia di Barolo del 1945, che coincide tra l’altro con il suo anno di nascita. Ma Lazzari non si è limitato alla raccolta delle bottiglie: «Adesso mi dedico a produrre un po' di liquore al succo di melograno».
Per farlo, utilizza i frutti della pianta di 60 anni che troneggia accanto al cancello della sua abitazione e che fronteggia un ulivo maestoso. A incorniciare poi l’ingresso di casa, altre piante di melograno creano un piccolo angolo che fa da cornice alla sua quotidianità. Lazzari ha una passione che si snoda tra il verde e il mondo dei liquori e del vino. «Ero meccanico di trattori e mezzi agricoli, un mestiere che ho svolto in proprio, nella mia officina a Recorfano, dopo aver lavorato per quindici anni nell’officina Busi di Piadena».
Uomo estroso e curioso, a fargli accendere gli occhi sono le bottiglie, nelle loro varie fogge. «Non bevo nulla, colleziono e basta», sottolinea. Per lui, queste bottiglie rappresentano un pezzo di storia, un racconto liquido che attraversa decenni e territori diversi. «Mi piace guardare le etichette, perché dicono tanto». Ogni bottiglia racconta vicende di vendemmie, di cantine visitate, di sapori scoperti. Nel 2002 e 2003 Giuseppe ha prodotto anche del vino. Lazzari è sempre stato legato al ciclo naturale della vita agricola. La sua casa, avvolta dal verde e adornata da alberi che raccontano decenni di storia, è il riflesso di una personalità che non ha mai perso il contatto con le sue radici.
«Io qua sono in paradiso», dice. «C’è silenzio, c’è pace». Mariarosa, “invasa” dalle bottiglie, sorride e sospira, un po’ rassegnata, e dice in cremonese: «Come fa ‘arrabbiare’ quell’uomo». Uomo a cui piacciono anche i mobili di una certa età. Ne ha diversi, pure di quelli. Pieni di bottiglie, ovviamente. E in un’epoca in cui la velocità sembra prevalere, Lazzari ci ricorda l'importanza di preservare il tempo, di raccogliere le storie che una bottiglia può raccontare, e di continuare a creare qualcosa che possa durare oltre il passare degli anni.
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