L'ANALISI
14 Ottobre 2024 - 05:25
CREMONA - Sulla parete a destra del corridoio è affissa la cartina geografica dell’Europa del 1914, a sinistra quella dell’Italia nello stesso periodo.
«Originali, non copie». Poi una grande vetrina con i ripiani occupati da volpi, uccelli e altri animali imbalsamati. Intorno, quadri, stampe e libri. Sembra di ritrovarsi in un museo.
«No, no, è un magazzino», si schermisce Serafino Moglia, 88 anni, per 34 consigliere comunale e per 13, distribuiti in tre mandati, sindaco di Ostiano. È un collezionista eclettico e raffinato: minerali e sabbie, ma anche cartoline, monete, francobolli, giornali che hanno fatto la storia della stampa e immaginette sacre. «Mi spinge la voglia di conoscere».
Il ragioniere dell’ex Inam, appassionato pure di politica, si divide tra due case: quella di Cremona, dove si è trasferito nel 1960 dopo il matrimonio con Anna, di due anni più giovane, abile decoratrice di porcellane; e quella di famiglia, al centro del paese in riva all’Oglio.
«È qui che ogni tanto vengo il pomeriggio».
Entra, controlla il giardino e l’orto sul retro, accarezza Ara, il cane, un Breton che lo accompagna nei campi e lungo gli argini. Quindi si siede davanti al microscopio, un modello vecchio ma perfettamente funzionante, nel grande locale accanto. Ora sta ammirando un cristallo di quarzo che arriva dal Sud America.
«Che colori! Chissà a quanti milioni di anni fa risale. Mi piace scoprire le meraviglie non visibili a occhio nudo contenute nei micro-minerali».
Ne conserva centinaia di pezzi, di ogni tipo e di varie dimensioni. Pirite, ematite, calcite e così via.
«Avevo 15 anni, ho cominciato a interessarmene e cercarli con un amico, Luigi Girelli, durante una gita scolastica all’Isola d’Elba. Sono tornato con le tasche piene. Da allora non ho più smesso».
Ha trascorso le vacanze spingendosi dentro i crateri o lungo i pendii dei vulcani, l’Etna e il Vesuvio, Stromboli e Lipari.
«E ogni volta portavo con me schegge di zolfo, lava, tufo, roccia. Possiedo anche dei fossili provenienti dal Gargano e molti altri acquistati andando in giro per i mercatini».
Il figlio, Giovanni, 57 anni, va invece in giro per il mondo e rientra da ogni viaggio con un regalo gradito ma non inatteso.
«Granelli di sabbia dei deserti o delle spiagge dei Paesi in cui è stato: Patagonia, Cina, Kazakistan, Sahara, Mar Rosso, Cile, Sud Africa, Nepal. È partito da poco per il Laos. Sicuramente mi porterà qualcosa».
Il padre riempie di sabbia piccoli vasetti, contrassegnati da un’etichetta con segnato il luogo di provenienza e custoditi ordinatamente dentro cassette di legno. Li apre e ne sparge il contenuto sul vetrino del microscopio.
«Ecco, le vede... sono conchiglie minuscole. Bellissime, vero?».
Poi l’ex sindaco riprende ad esaminare i suoi minerali. Li ha visti e rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima. Non si è mai stancato di raccoglierli. Anche all’Elba, dove tutto è cominciato.
«Ma adesso è proibito e così, sempre con il mio amico Luigi, vado nelle discariche delle miniere. Quando mi reco in montagna guardo per terra e riprendo il cammino con pezzi di roccia. Giù in cantina ho degli scatoloni pieni».
Un piccolo ‘tesoro’. Eppure lui non ha mai voluto metterlo in mostra. «Non mi sembra che sia così interessante».
Sul tavolo al centro della stanza un’altra rarità. «È il primo numero, uscito l’8 gennaio 1899, della Domenica del Corriere».
Fa parte di una serie composta da circa 500 esemplari, tra cui le famose tavole di Achille Beltrami, il geniale disegnatore, sulla Grande Guerra, e che arriva sino alle ultimissime pubblicazioni. Di nuovo in corridoio, davanti a tre fotografie disposte una sopra l’altra. «Io con Pertini, Giovanni Paolo II in visita a Cremona e Andreotti. Le cose sono cambiate da tempo, però porto sempre nel cuore la Dc».
Già, ma tutti quegli animali impagliati?
«Semplice: anche se adesso il più delle volte mi limito a fare delle passeggiate, sono un cacciatore. Ne ho una cinquantina circa».
Le altre collezioni si trovano nell’appartamento in città. La più ricca è quella di cartoline.
«Sono migliaia, anche in questo caso non si tratta di copie ma di originali, tutte con il timbro postale».
La raccolta è stata suddivisa per argomenti.
«La Prima Guerra mondiale, Cremona antica, Giuseppe Verdi, Garibaldi, costumi e tradizioni».
Non potevano mancare i francobolli.
«Ho recuperato tutti quelli della Repubblica italiana sino al 2000 tranne, ovviamente, il famoso Gronchi rosa».
E ci sono pure le monete, di metallo o banconote.
«Italiane e del Vaticano ma, come con la filatelia, ho lasciato perdere perché i costi sono troppo alti. Perché faccio tutto questo? Sono sempre stato un tipo curioso. Mi animano la voglia di conoscere, l’amore per la natura, la storia e l’arte. Penso che il collezionismo sia una forma di cultura, che purtroppo sta tramontando, e un modo di ricordare».
Moglia ha fondato il Gruppo hobbystico ostianese. I componenti, una ventina, si riuniscono a casa sua, trasformata per l’occasione in laboratorio. A settembre hanno celebrato il 25° anniversario con una mostra di 28 espositori i cui lavori sono stati ammirati da molti visitatori. Oltre che primo cittadino e consigliere comunale di Ostiano (una delle opere di cui va più orgoglioso è il restauro, progettato dalla sua giunta e attuato dalle amministrazioni venute dopo, del Teatro Gonzaga), il custode della memoria è stato o è presidente del Consorzio poveri, della scuola materna, dell’Associazione cacciatori e tra i promotori della sezione locale dell’Auser. Lui ci scherza: «Dimenticavo: sono anche un collezionista di cariche pubbliche».
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