L'ANALISI
16 Ottobre 2024 - 19:59
CREMONA - La butta in scherzo: «Io vorrei che oggi fosse il mio primo giorno di professione». Di giorni ne sono passati 18.615 da quando l’avvocato Francesco Ghiraldi, 82 anni, si è iscritto all’Albo: Toga d’oro per il coronamento dei suoi 50 anni più uno di carriera. Oggi si è tenuta la cerimonia di consegna della medaglia celebrativa dei 50 anni nella sede dell’Ordine degli Avvocati, con il presidente, Alessio Romanelli, che ha ricostruito «i primi passi fondamentali della tua lunghissima storia forense».
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza all’Università di Parma il 17 luglio del 1969, l’avvocato Ghiraldi «si è iscritto per la pratica forense al registro dei praticanti e dei procuratori il 27 ottobre del 1969, facendo pratica presso l’avvocato Franco Meroni». A quei tempi, la pratica era di un anno, «poi si doveva fare l’esame con i codici non commentati». Ghiraldi sostenne e superò l’esame presso la Corte d’appello di Palermo per poi iscriversi come procuratore legale, il 10 maggio del 1973.
«Quindi, gli anni non sono 50, ma 51; il 15 maggio del 1979, dopo il periodo che era prescritto come procuratore legale, si è iscritto all’Albo degli avvocati e poi il 26 giugno 1987 l’iscrizione all’albo speciale per le giurisdizioni superiori, diventando cassazionista» Dopo «i dati storici», il presidente Romanelli ha voluto rimarcare «il tratto umano e signorile che tu hai sempre avuto in questi oltre 50 anni di professione e che è riconosciuto unanimemente dal Foro, dai colleghi, dai magistrati e da tutti gli assisti che hai avuto in questi anni. Tutti hanno una splendida immagine di te come professionista e come persona. Celebrare un collega non solo dopo 50 anni di professione, ma per come l’hai svolta tu, è sempre un grandissimo onore e un piacere per il consiglio e per tutto il Foro».
Applausi.
L’avvocato Ghiraldi svela perché andò a Palermo a sostenere gli esami. «Mio zio Salvatore Maiorana allora era procuratore capo della Repubblica di Brescia. Gli amici miei di allora - Gualazzini, Groppali, Brunetta - mi dissero: ‘Francesco, se ti iscrivi a Brescia, nessuno ti può far fuori, perché altrimenti il procuratore della Repubblica...’ li avrebbe annientati tutti».
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