L'ANALISI
16 Ottobre 2024 - 05:20
Daniele Sabaino, a fianco Pustijanac, Meriani, Favale, Giustozzi, Leggieri e Martini a Biennale college
CREMONA - Sono, al momento, 500 gli studenti del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali, 43 i docenti. «Le iscrizioni sono ancora in corso di perfezionamento, soprattutto per quanto riguarda le due magistrali», spiega Daniele Sabaino da due settimane direttore di Musicologia e Beni culturali.
Lei succede a Claudio Vela che ha retto il Dipartimento per due mandati. Qual è la sua eredità?
«Mi ha lasciato un Dipartimento in perfetta salute, con una proposta didattica articolata e importante. Sono cresciuti i corsi, con l’attivazione della laurea in Restauro e conservazione, ma anche la presenza degli studenti si è stabilizzata».
Da dove arrivano i vostri studenti?
«Bisogna fare una distinzione. Beni culturali pesca in un bacino territoriale locale e dalle province limitrofe. Per Musicologia lo scenario è nazionale, siamo l’unica realtà. Siamo l’unico dipartimento in cui c’è un così elevato numero di musicologi. Un primato che ci invidiano anche in Europa. La mobilità degli studenti è importante, ma non così scontata».
A cosa si riferisce?
«Intendo dire che l pandemia ha cambiato molte cose e ha mostrato che è possibile anche fare formazione a distanza. In questo senso si è aperta la possibilità di erogare una percentuale del 20% di lezioni da remoto».
È un modo per contrastare il boom delle lauree telematiche?
«È una possibilità che la tecnologia offre, di cui ora la norma tiene conto. Le università telematiche hanno come obiettivo il conseguimento del titolo, la nostra università ha come obiettivo la comunità accademica che vive di frequentazioni e occasioni da cogliere in loco. Questo aspetto per noi è importante e connaturato nel nostro modo di fare accademia e fare didattica, ma certo bisogna stare al passo con i tempi e le possibilità offerte dalle tecnologia non possono essere ignorate».
Quindi?
«L’idea è quelle di avviare una sperimentazione, di capire come rendere possibile questa apertura tecnologica, senza snaturare la realtà del nostro ateneo».
C’è chi lamenta orari ridotti della biblioteca e mancanza di spazio studio.
«La biblioteca è aperta tutti i giorni dalle 8,30 alle 17,30, tranne il venerdì. Per ampliare l’orario bisogna tenere conto di costi e benefici. È una riflessione che abbiamo messo in atto, ma certo il problema è legato alla gestione del personale e alla sostenibilità dell’eventuale ampliamento degli orari. La nostra biblioteca con i suoi 40mila volumi e 15mila audiovisivi è un unicum a livello nazionale e non solo. Si tratta di un luogo, fondamentale non solo per gli studenti, ma anche per gli studiosi».
In che modo intende muoversi nei rapporti con la città e con il mondo esterno all’università?
«Sono tante le iniziative che proiettano il nostro dipartimento sulla ribalta nazionale e internazionale. È questo un aspetto importante che, ovviamente, coesiste con le relazioni con la città all’interno della quale operiamo. A maggior ragione questo vale per una città come Cremona che della cultura musicale ha fatto un suo fiore all’occhiello. Il convegno dedicato alla lingua di Primo Levi e quello dedicato alla maniera di insegnare storia delle musica sono due esempi di come il nostro Dipartimento sia sede di incontri a livello nazionale. E questo è un aspetto importante».
Sul quale intende puntare?
«Senza dubbio, la possibilità di ampliare gli orizzonti e le collaborazioni con l’esterno, con altri istituti nazionali e internazionali è importante e si dovrebbe compiere sotto il segno della ricerca. Insieme alla didattica, la ricerca è uno dei pilastri dell’attività accademica. Il nostro Dipartimento di scienze musicologiche è un unicum come offerta e come formazione. Molti dei nostri studenti insegnano all’estero e sono apprezzati musicologi».
Un sogno da realizzare?
Sorride: «È un sogno molto concreto. Mi piacerebbe che si trovassero i fondi per concludere il restauro di palazzo Raimondi, per completare quel secondo lotto di intervento che si è arenato e che doveva interessare il cortile che necessita di interventi. Anche in questo senso si dà valore a un’istituzione e al suo prestigio».
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