L'ANALISI
10 Ottobre 2024 - 12:27
I componenti dell’Iter Research Ensemble
CREMONA - Sono volati dall’altra parte del mondo, ospiti dell’Università del Colorado per raccontare la loro passione per il canto e la consapevolezza di come ricerca musicologica e prassi esecutiva possano andare di pari passo e l’una sostenga l’altra. Ad animare l’Iter Research Ensemble è Giovanni Cestino, già direttore del Coro di Musicologia, e oggi ricercatore. L’Iter Research Ensemble è una realtà che nasce a latere del Coro di Musicologia, è un’associazione culturale che nelle forze canore del dipartimento trova energia e forza, coesistendo con il coro istituzionale dell’università.
«A fare parte di Iter Research Ensemble sono studenti che frequentano il dipartimento come ex studenti che hanno voluto mantenere i contatti con la prassi musicale corale – spiega Cestino -. La trasferta in Colorado è nata in seguito alla recente pubblicazione del nostro ultimo lavoro discografico Margutti & Castelnuovo Tedesco, Works for Choir and guitar». «È il primo risultato artistico di un più ampio progetto dedicato all’ampliamento del repertorio per coro e chitarra, concepito da Nicolò Spera e da me con il supporto della University of Colorado Boulder – spiega Cestino -. Il programma accosta consapevolmente una nuova opera del compositore torinese Corrado Margutti, scritta appositamente per gli esecutori, con il primo brano scritto per questo organico, ovvero Romancero Gitano di Mario Castelnuovo-Tedesco, la cui esecuzione è frutto di una accurata ricerca filologica che ha finito con modificarne e trovare nuove coloriture esecutive, grazie anche alla collaborazione con Spera che insegna all’Università del Colorado».
Ed è stato questo il gancio per la trasferta di Iter Ensemble che per una settimana è stato protagonista delle attività didattiche e musicali dell’ateneo. «È stata un’esperienza importante e molto emozionante che ci ha permesso di tenere una serie di workshop presso il College of Music dell’ateneo raccontando la nostra ricerca musicologica e l’attenzione alla pratica corale – prosegue Cestino -. Con me hanno raccontato l’esperienza di Iter Amina Fiallo, Anna Martini, Alessio Giuricin. Lucia Gualandi, Giuseppe Trovato, Chiara Aquilani, Stefano Colombo e Rebecca Favale sono stati protagonisti del panel New Voices from Italian Musicology all’interno dell’insegnamento di Music Theory / Musicology Colloquia presso il College of Music. C’è stato anche un fuoriprogramma, ovvero un workshop dedicato agli studenti di italiano dell’ateneo sulle polifonie tradizionali di Rovinj-Rovigno, polifonie di un antico rito rovignese, scomparso con l’avvento del periodo jugoslavo. Siamo riusciti a realizzare tutto questo grazie al supporto e al coinvolgimento della comunità italiana locale e dei suoi cantori, si è trattato di un progetto a più voci che ha incrociato ricerca, restituzione e performance. L’attenzione di Iter è rivolta a repertori canori poco noti e mai studiati, in questo caso a documenti che sono esemplificativi di prassi esecutive esclusive di comunità e territori specifici».
Oltre all’aspetto di carattere didattico Iter Research Ensemble è stato protagonista di diversi concerti, uno legato alla recente produzione discografica col supporto del chitarrista Nicola Spera e l’altro alla performance multimediale Chants, Places, Sources presso la Grusin Hall dell’ateneo. «L’esperienza all’Università del Colorado ci ha confermato nella strada che stiamo percorrendo e che anima la nostra associazione che conta più di sessanta iscritti e che ha in Cremona il suo punto di riferimento – continua -. Al di là della recente esperienza, mi piace ricordare che qui a Cremona Iter Research Ensemble ha il suo cuore. Una volta al mese ci ritroviamo in città per studiare, provare, confrontarci. C’è chi arriva dalle città vicine, ma anche chi prende l’aereo per tornare a Cremona e continuare le ricerche e soprattutto fare le prove corali. Tutto questo non sarebbe possibile se non avessimo la collaborazione di don Irvano Maglia e don Luigi Donati Fogliazza della parrocchia di Sant’Agata, Sant’Ilario e Sant’Agostino che ci hanno messo a disposizione gratuitamente gli spazi dove incontrarci e provare. Una collaborazione di buon vicinato che ovviamente coinvolge anche il Coro di Musicologia. Ma in questo caso per una realtà come Iter è importante poter avere una casa e sapere che lì ci si può trovare per provare e cantare. Perché questo è l’obiettivo di Iter Research Ensemble: procedere con serietà filologica alla ricerca e allo studio di antichi repertori, ma poi agire quanto si è scoperto, eseguirlo nella convinzione che il fare possa consolidare e rendere un’esperienza unica il sapere intellettuale».
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