L'ANALISI
16 Ottobre 2024 - 05:10
L’esterno della casa di riposo ‘Busi’ di Casalmaggiore, nel riquadro la presidente Bruna Masseroni
CASALMAGGIORE - Alla Fondazione Conte Carlo Busi c’è la necessità di intervenire con decisione per armonizzare i contratti di lavoro e migliorare il clima organizzativo. Lo ha spiegato in consiglio comunale la presidente dell’ente di via Formis, Bruna Masseroni, dicendo che le condizioni di lavoro del personale sono uno degli obbiettivi del nuovo consiglio di amministrazione, insediato il 3 luglio scorso, insieme al miglioramento della situazione economica e della qualità dei servizi.
Masseroni ha descritto l’attuale situazione come caratterizzata da malcontento e disparità contrattuali: «È fondamentale occuparsi del personale al Busi, sia per migliorare le condizioni lavorative che per garantire un’assistenza di qualità agli ospiti». Attualmente, ci sono tre diversi contratti collettivi nazionali di lavoro: quello delle funzioni locali, l’Uneba e il quello della sanità pubblica. Una pluralità che è fonte di tensioni tra gli operatori. In particolare, le Asa (Ausiliari socio-assistenziali) e le Oss (Operatori socio-sanitari) assunti più recentemente sono soggetti al contratto Uneba, meno vantaggioso rispetto agli altri.
«Il contratto Uneba non è attrattivo per Asa e Oss, e questo rende difficile trovare personale disposto a lavorare alla rsa Busi». Uno dei principali problemi evidenziati è poi la grande quantità di ferie arretrate accumulate dal personale. «Abbiamo dieci infermiere con una media di 60 giorni di ferie arretrate ciascuna. Questo è inaccettabile». Le Asa e Oss, inoltre, accumulano complessivamente circa 2.700 giornate di ferie non fruite.
Per risolvere questi guai, la presidente ha proposto di intraprendere un percorso graduale di armonizzazione contrattuale, passando il personale con contratto Uneba al contratto delle funzioni locali. Masseroni ha evidenziato anche la necessità di ridurre la dipendenza dalle infermiere libere professioniste, dieci, costate 600mila euro nel 2023. Altro «motivo di malessere: abbiamo in atto tre cause di lavoro dei dipendenti per un tema che, in realtà, è un tema dibattuto in tante strutture: il tema annoso dei tempi di vestizione».
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