L'ANALISI
16 Ottobre 2024 - 05:00
CREMONA - Tempo di bilanci per le scuole cremonesi ora che i dati nazionali delle prove Invalsi sono stati diffusi e analizzati da Il Sole-24 Ore. Un indicatore importante per le scuole che si trovano ora a fare i conti con l’onda lunga del periodo del Covid, con le difficoltà che ha generato nel percorso educativo dei ragazzi. Criticità nell’apprendimento legate all’emergenza sanitaria che, stando a quanto emerge dai dati provinciali, sembrano aver inciso maggiormente sugli studenti delle medie, mentre i maturandi cremonesi hanno ottenuto risultati migliori di 3 anni fa.
A Cremona il trend è ambivalente, con oscillazioni non troppo significative in un senso come nell’altro. Peggiorano le prestazioni delle prove d’italiano in terza media dove il 38,3% degli studenti cremonesi non raggiunge la sufficienza, con un aumento dell’1,2% rispetto alla rilevazione del ciclo 2020/2021, ma d’altro canto, sempre in italiano, le insufficienza diminuiscono del 4,5% in quinta superiore dove a non raggiungere il livello base è il 36,4% dei maturandi. Dati che comunque non dovrebbero far adagiare gli alunni cremonesi sui proverbiali allori: in entrambi i cicli di istruzione secondaria le prestazioni della media sono leggermente al di sotto del la media regionale del nord Italia.
In terza media le insufficienze si fermano per la macro-area delle regioni del nord al 37%, poco più di un punto al di sotto della provincia, e in quinta superiore al 34,5%, un distacco di quasi due punti sul dato cremonese. Una situazione per certi versi analoga si presenta per quanto riguarda la prova di matematica: in terza media ad essere insufficiente è il 41,5% (+0,4 rispetto al ciclo 2020/21), tre punti e mezzo al di sopra del dato regionale fermo al 38%. In quinta superiore, invece, il dato non solo scende di oltre quattro punti passando dal 39,5% del 2020/21 al 35,2% della recente rilevazione ma si posiziona anche al di sotto della media del nord dove gli insufficienti sono il 36,1%.
È importante fare una specifica: i risultati delle prove Invalsi sono raggruppati e raffrontati per macro aree e non a livello nazionale. La ragione è tanto semplice quanto essenziale ad una corretta lettura dei risultati delle prove: anche quest’anno le rilevazioni hanno fotografato un Paese spaccato in due tra nord e sud, tanto a livello di prestazioni quanto a livello di dispersione scolastica. Prendendo, ad esempio, i risultati di terza media nelle due prove emerge come, a fronte di una media italiana del 60,1% il Nord e il Centro si pongono al di sopra (rispettivamente con il 64% e il 63%) mentre al Sud la percentuale scende al 56,1% e arriva addirittura al 49,5% nelle isole. Un quadro analogo per la matematica, dove la media nazionale al 56% fa capo, da un lato, a 63% del Nord e al 59% del Centro e dall’altro al 47% del Sud e al 39,5% delle isole.
Una differente risposta al periodo di emergenza sanitaria: se il Centro-Nord del Paese sta colmando, o lo ha già fatto, il solco scavato dalla pandemia tornando ai livelli precedenti, il sud e le isole arrancano. Una fotografia che ricalca quanto emerge guardando alle province da record (positivi e negativi): in cima alla classifica si attestano le province di Lecco e Sondrio dove la percentuale di chi ha competenze inadeguate all’esame di terza media si ferma al 28,3% in italiano e al 24,4% in matematica, mentre a Lecco, guardando ai maturandi, la soglia degli studenti con competenze inadeguate piomba al 22,2 % in lingua e al 20% con i numeri. All’opposto si posizionano i territori di Crotone e Sassari, agli ultimi posti. In provincia di Crotone ai test di italiano si riscontrano risultati minimi per un 57,9% alle medie e 63,1% alle superiori, mentre in quella sarda rispettivamente 39% e 55,3%. Per matematica, la prima tocca il 71,9% alle medie e 68,3% in quinta superiore, la seconda 59% e 70%.
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