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LA CITTÀ DELLA MUSICA

Stradivari seduce Shangai: «Difendiamo la nostra arte»

Liutai cremonesi protagonisti a Music China, la fiera degli strumenti più importante dell’Oriente

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

14 Ottobre 2024 - 08:40

Stradivari seduce Shangai: «Difendiamo la nostra arte»

Stefano Trabucchi e Giorgio e Andrea Grisales nello stand presso lo spazio realizzato dall’Ice all’interno di Music China e dedicato all’Italia

CREMONA - Sono volati a Shanghai per Music China col vento in poppa che spira da Cremona Musica. Sono gli ambasciatori di Cremona nel mondo, sono i liutai, gli eredi di Stradivari che viaggiano come un tempo viaggiavano, di corte in corte, gli strumenti del grande liutaio. La vocazione internazionale della liuteria cremonese e dei suoi eredi è ravvisabile nel bilancio che gli artigiani/artisti fanno, a chiusura di Music China. Si tratta della kermesse più importante dell’intera Asia, in cui il Consorzio Stradivari. I liutai cremonesi hanno avuto la possibilità di parteciparvi all’interno dello stand promosso dall’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Arturo Ponche e il liutaio Andrea Varazzani


«I colleghi sono soddisfatti, si è venduto e bene. Shanghai si conferma una vetrina eccezionale per la nostra liuteria, ma anche l’occasione per fare un vero e proprio bagno di realtà», spiega Giorgio Grisales, presidente del Consorzio Antonio Stradivari che non nasconde più di una preoccupazione: «Non illudiamoci. È andata bene, essere a Shanghai permette di avere rapporti con musicisti e commercianti dell’area asiatica, ma ci pone davanti anche a una realtà ormai ben chiara: i violini Made in Cina non sono più quelli di solo dieci anni fa. Il rapporto qualità e prezzo si è fatto più stretto , soprattutto, la qualità si è alzata di molto, mantenendo prezzi spesso competitivi. Per questo è importante tutelare il nostro made in Cremona, l’identità della nostra liuteria, bisogna lavorare in questa direzione e non rinunciare alla nostra unicità».

Pasquale Sardone con uno dei suoi violini


«Sono tornato a Shanghai dopo cinque anni — racconta Stefano Trabucchi, presidente di Confartigianato —. È un’ottima possibilità per incontrare nuovi clienti, ma anche vecchie conoscenze che magari sono passate solo qualche settimana fa da Cremona Musica. Lo stand dell’Ice era veramente bello, il più bello dell’intera fiera. Si è lavorato bene, i contatti ci sono stati e abbiamo posto le basi per nuove collaborazioni. La produzione seriale di violini cinesi non ci deve toccare. La nostra produzione è altra cosa e questo ci continua a distinguere». «Music China è un’ottima fiera e un’esperienza degna di essere vissuta — sostiene Pasquale Sardone -. Per noi italiani è un’ottima vetrina, ci mette in contatto con il mondo sconfinato dell’oriente. In questi giorni ho avuto modo di incontrare nuovi clienti e avere contatti che saranno importanti per la mia attività. Si è trattato di un’esperienza che credo rifarò».

Sandro Asinari


Andrea Varazzani sottolinea l’importanza di esserci e di lavorare per confermare il buon nome e il prestigio della liuteria made in Cremona. «Malgrado tutto, malgrado il cambiamento di stile che sta portando a una liuteria cinese non solo seriale, l’impressione è che la nostra scuola liutaria sia vista ancora con grande ammirazione. Ci considerano i migliori e di questo dobbiamo esserne fieri — spiega —. Lo si capisce con l’ammirazione con cui vengono alle nostre postazioni. È questo un segnale di cui dobbiamo tenere conto e per farlo non bisogna abdicare alla qualità e alla grande tradizione che ci viene da Amati, Stradivari e Guarneri del Gesù. La qualità è la sola strada per sopravvivere, anche se la qualità di un violino cinese può essere uguale, abbiamo il vantaggio che Stradivari, Guarneri e Amati hanno lavorato a Cremona, e poi il Made in Italy funziona ancora. Per quanto riguarda le vendite, sono andate bene, non ci si può lamentare. Ma l’importanza di essere a Music China sono le prospettive che questa kermesse apre». La liuteria cremonese ha saputo distinguersi nel mare magno di Music China, ma l’orizzonte è complesso e qualche preoccupazione sul futuro si affaccia con insistenza.

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