L'ANALISI
TRA PREVENZIONE E BUROCRAZIA. LA RISPOSTA DELLE IMPRESE
10 Ottobre 2024 - 05:15
CREMONA - Prosegue la lotta a infortuni e decessi nei cantieri. Per operare nel settore edilizio, dal primo ottobre scorso, ci vuole una patente digitale. La novità è entrata in vigore con l’approvazione del decreto 19/2024, all’articolo 29 comma 19, ed è in fase di acquisizione. Ciascuna impresa avrà 30 punti sulla patente, e potrà guadagnarne attestando interventi che promuovano la sicurezza del lavoratore. Diversamente, al primo infortunio scattano le decurtazioni: con 15 punti, l’impresa non può operare in cantiere. Proprio in un momento in cui il volume d’affari nel settore cresce su base annua (+2,1%) e aumenta lievemente l’occupazione, che arriva ad un +1%. Rimane aperta, invece, la sfida del reperimento della manodopera e del costo delle materie prime (segnalato dal 13% delle aziende), come spiegato da Gian Domenico Auricchio, presidente Unioncamere Lombardia.
La misura è stata accolta con entusiasmo da Confartigianato. «Ben venga la novità – ha commentato Daniele Gaimarri, vicepresidente – anche perché sulla sicurezza noi artigiani ci muoviamo e ci spendiamo di continuo. Lo spirito di questa nuova patente è sicuramente quello di far crescere le aziende sul piano della sicurezza, perché stimola le realtà artigiane con dipendenti ad introdurre nuovi corsi e nuove attrezzature con un occhio responsabile; infatti, a queste condizioni, la patente garantisce un incremento rispetto ai 30 punti base. La conseguenza più evidente sarà sul tema della qualità del personale, in termini di consapevolezza e preparazione».
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Dopo l’annuncio della patente digitale, si prevede un mese di transizione prima della piena entrata in vigore: «In ottobre sarà sufficiente un’autocertificazione Pec – spiega Gaimarri – mentre alla fine del mese le cose dovranno essere in piena regola. In questa fase di aggiustamento, ci auguriamo anche che lo Stato apra bandi dedicati alla sicurezza per completare l’opera. I bandi dovrebbero essere sulle attrezzature, che dovranno essere più sicure, e sul piano dell’erogazione e dell’accesso a corsi che possono dare più punteggio. Non per forza un bando deve avere un risvolto economico: la patente non ha uno spirito solamente sanzionatorio, ma di incoraggiamento alla costruzione e alla crescita». La patente potrebbe avere un impatto sulle dinamiche di mercato che coinvolgono le imprese edili: «Spero che il patentino riesca a fare una differenza sul mercato – conclude Gaimarri – e spero che ci siano conseguenze anche sulle grandi gare d’appalto. Basta subappalti: a Firenze, l’incidente all’edificio Esselunga è avvenuto in un contesto in cui erano stati fatti 61 subappalti. È vero che il lavoro va garantito anche al privato, ma in questo modo c’è il rischio che la sicurezza diventi invisibile».
Più dubbi vengono invece dalla Cna, secondo cui la patente non sarebbe una vera e propria novità. «Questa iniziativa – spiega Marco Cavalli, direttore Cna Cremona – va nella direzione di immaginare un’azione su un tema che sta molto a cuore alle imprese e alle imprese artigiane in particolare, considerando che proprio queste sono spesso composte da titolari a loro volta artigiani, dunque interessati in prima persona a lavorare in sicurezza. Abbiamo però considerato che questo possa non essere lo strumento migliore per raggiungere il risultato. Il decreto 81 prevede già una serie di procedure, documenti, obblighi in capo alle imprese che la patente a punti non stravolge. Anzi, li conferma, perché la patente non fa altro che imporre che si dichiari il possesso delle certificazioni imposte dal decreto 81. Bisogna dichiarare che l’impresa è iscritta in Camera di commercio (come d’altra parte indispensabile per legge); che dispone del Durc (Documento unico di regolarità contributiva), necessario già oggi ogni qual volta si entri in un cantiere, e del Durf (Documento unico di regolarità fiscale), per cui vale lo stesso discorso. Inoltre, bisogna dichiarare il possesso e il rispetto degli obblighi previsti in caso di presenza di dipendenti all’interno dell’azienda: l’impresa che ha dei dipendenti, da quando è entrato in vigore il decreto 81, deve avere nominato un Rspp (responsabile della sicurezza e della prevenzione), oppure un Rlst (rappresentante dei lavoratori della sicurezza), che hanno il compito di verificare il rispetto delle regole già esistenti. L’impresa, l’imprenditore e i suoi dipendenti devono avere assolto agli obblighi formativi previsti dal decreto 81. In breve, la patente non apporta alcuna novità significativa».
La patente edilizia, dunque, sarebbe poco più che uno strumento di controllo. «La modalità è del tutto simile a quella di una patente di guida – conferma Cavalli – con 30 punti iniziali, con una logica di premialità. Ad esempio, l’azienda può guadagnare punti promuovendo la conoscenza della lingua italiana di lavoratori stranieri, indispensabile per comprendere istruzioni senza correre il rischio di farsi male». La Cna ha dunque proposto alcune migliorie, per potenziare e affiancare lo strumento: «Le tempistiche sono state difficili da gestire – conclude Cavalli – dato che l’Ispettorato del lavoro ha avviato una conferenza informativa il 27 settembre per dire come la normativa avrebbe funzionato dal 1 ottobre. In ogni caso, l’intervento dovrebbe esserci anche sul fronte culturale. La bilateralità tra sindacati confederali e associazioni della rappresentanza delle imprese può attivare provvidenze e percorsi formativi, offerti spesso gratuitamente. Con la formazione riusciamo a spiegare all’operatore che i sistemi di sicurezza vanno utilizzati, e non è possibile salire su un macchinario senza le dovute accortezze».
Diverse obiezioni vengono anche da Ance. «Riconosciamo l’importanza dell’iniziativa ai fini della sicurezza – spiega Carlo Beltrami, presidente Ance Cremona – ma la patente diventerà sicuramente un impegno in più, l’ennesimo per le aziende. Con la nuova normativa, le imprese dovranno anche impegnarsi a vigilare sulla norma per i subappaltatori. C’è forse da aspettarsi che tutto questo determinerà dei costi aggiuntivi. Alcune imprese sono esentate, ma le imprese piccole sono tutte coinvolte. E la novità non riguarda solamente l’impresa edile in senso stretto: dovranno disporre della patente anche tutti i soggetti che entrano in cantiere. Dunque, nel concreto, non sarà solamente un onere degli operatori, ma anche, per fare un esempio, dei tecnici che posano i serramenti». Beltrami evidenzia anche la mancanza di linearità nella transizione: «La patente è entrata in vigore il primo di ottobre, ma il portale è ancora chiuso. Ora si tenta di mettere una toppa con le autocertificazioni, ma c’è una certa confusione».
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