Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Telecamera nascosta in un quadro: «Mi aveva gettata nel terrore»

Prima udienza preliminare per la professoressa che ha denunciato l'ex convivente, accusato di stalking

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

07 Ottobre 2024 - 19:00

Stalker sotto processo: «Era dappertutto»

CREMONA - Si sono conosciuti 24 anni fa, lei professoressa, lui dipendente Rai, «specializzato di ripresa». Lei casa in provincia di Cremona, lui in provincia di Milano e spesso in giro per lavoro, all’Italia e all’estero. Ventitré anni di convivenza fino a novembre del 2023, l’anno in cui entrambi sono andati in pensione, lei ha troncato la relazione e lui sarebbe diventato il suo stalker: telefonate (45 in un giorno), messaggi su WhatsApp e insulti, appostamenti sotto casa e incursioni in casa piena notte. L’uomo le avrebbe persino fatto credere di aver nascosto una mini telecamera in un quadro in camera da letto per controllarla.

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. «Violenze fisiche no, psicologiche sì. Mi accusava di avere altre relazioni sentimentali: falso. Le offese, pesantissime, spesso fanno più male di uno schiaffo», ha spiegato la prof che oggi, prima udienza preliminare, si è costituita parte civile con l’avvocato Marilena Gigliotti, mentre l’imputato, assistito dall’avvocato Simona Bracchi, nega tutto. Si difenderà davanti al gup il 20 gennaio prossimo.


A dicembre, la denuncia presentata in questura, perché la prof viveva nell’ansia, nel terrore di incontralo: ha cambiato le serratura, si è blindata in casa. Stalking, per l’accusa, perché in due occasioni (a novembre e a dicembre), l’uomo si sarebbe appostato sotto casa di lei con un furgone per poi «allontanarsi furtivamente una volta scoperto». Stalking, perché l’avrebbe insultata pesantemente. Stalking, perché il 5 novembre, «durante una lite, dopo averla offesa e accusata di essere una infame e di avere altre relazioni sentimentali». Entrò in casa, piombò incamera da letto e «afferrava un quadro di tela, lo rompeva , scagliandolo contro la testata del letto».

Stalking, perché il 23 dicembre successivo, «le inviava alcuni messaggi WhatsApp, in cui la informava che all’interno del quadro aveva in precedenza installato una microcamera per riprendere eventuali incontri e rapporti con altri uomini». «Tutt’al più, mi avrà visto che mi mettevo il pigiama e andavo a dormire», ribatte lei. Stalking, perché «dal 17 dicembre iniziava a tempestarla di telefonate a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza mai ricevere risposta; il 20 dicembre l’ha chiamata 45 volte e le ha mandato numerosi messaggi WhatsApp». Li inviava e subito li cancellava. In alcuni, le ha mandato «immagini raffiguranti, con elevata probabilità, l’ingresso della sua abitazione». Stalking, perché, secondo l’accusa, il 7 gennaio di quest’anno lui le ha inviato messaggi WhatsApp «contenente sette immagini raffiguranti luoghi dove erano stati insieme quando si frequentavano».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400