L'ANALISI
03 Ottobre 2024 - 20:53
Il tribunale e nel riquadro l’avvocato Marco Fantini
SORESINA - Espulso dall’Italia per dieci anni, albanese, nome italiano Andrea, 38 anni e padre di un bimbo di 7, è invece tornato senza autorizzazione «per vedere suo figlio», ma i carabinieri di Soresina, dove lui ha casa, lo hanno arrestato e portato in carcere a Cremona.
Oggi il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto i domiciliari. Ma Andrea non ci andrà subito. Deve prima passare dal carcere per scontare una precedente condanna a 1 mese per oltraggio a pubblico ufficiale (su di lui pendeva l’esecuzione). Intanto l’avvocato Marco Fantini ha chiesto i termini a difesa: processo il 7 novembre.
«Il mio assistito è stato espulso il 5 marzo scorso, nel giorno del compleanno del suo bambino - spiega il legale —. Aveva la torta e i regali in casa, aveva già preso l’appuntamento con i servizi sociali per l’incontro protetto, e, invece, l’hanno preso ed espulso, perché non gli avevano rinnovato la carta di soggiorno, ma lui non lo sapeva». Contro l’espulsione pende il ricorso in Cassazione.
Operaio falegname con contratto a tempo indeterminato, Andrea ha vari precedenti: danneggiamento, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. A Soresina, da clandestino, è rientrato circa due settimane fa. Una «fonte confidenziale» è andata a dirlo ai carabinieri. L’avvocato Fantini parla di «un dramma, perché questo bambino non ha vicino suo padre. Il figlio non si rende conto dei precedenti penali, è sempre suo padre. Mettiamoci nei panni del bambino, che per dieci anni non può vedere suo padre, perché così dice la legge».
Prima dell’espulsione, «il padre era autorizzato anche dal tribunale per i minori a vedere il figlio negli incontri protetti. Tra l’altro, il padre è ancora in possesso della responsabilità genitoriale. La questione è sub judice, ma è stato espulso e non può dimostrare di essere un buon padre. La stessa mamma del bambino in udienza al Tribunale per i minori aveva detto che lei vuole che il figlio continui a vedere suo padre. La nostra battaglia continua».
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