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IL CASO BIOMETANO

«Portesani nel bunker svuota l’opposizione»

Appello del presidente del Consiglio: «Colga le opportunità di dialogo proficuo per la città»

Massimo Schettino

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03 Ottobre 2024 - 05:25

«Portesani nel bunker svuota l’opposizione»

Luciano Pizzetti

CREMONA - Più che una replica somiglia ad un appello ad Alessandro Portesani e all’intera opposizione quello lanciato dal presidente del consiglio comunale Luciano Pizzetti, tirato in ballo nel botta e risposta a proposito del dibattito sull’impianto di biometano dal candidato sindaco del centrodestra sconfitto nelle urne. Un appello a cui non manca la puntualizzazione: «La proposta di accorpare la discussione delle due mozioni è stata accolta all’unanimità in Ufficio di presidenza, dica che non aveva capito invece di affermare cose non vere».

Era stato Portesani nel suo botta e risposta in cui ha accusato la Giunta di rifiutare il confronto e di voler procedere a colpi di maggioranza bulgara, a scrivere: «È palesemente falso affermare che in Ufficio di presidenza si fosse definito che la discussione dovesse essere congiunta».

Qual è il punto? Chiedendo una doppia discussione sulle due mozioni (una della minoranza e una della maggioranza) che trattavano lo stesso tema Portesani ha sostanzialmente spinto i consiglieri del centrosinistra a intervenire solo sulla propria. «Spiace davvero — sottolinea Pizzetti — che il collega Portesani non colga mai le opportunità di un dialogo proficuo nell’interesse della città. Trascinando così nell’irrilevanza, purtroppo, l’intera opposizione di centrodestra.

Sul futuro energetico della città, in particolare sull’incompatibilità tra impianto di biometano e termovalorizzatore nel medesimo contesto, il sindaco Andrea Virgilio ha detto cose nuove. Assumendo impegni importanti. In ascolto del comitato che si è costituito. In sintonia con orientamenti espressi anche dalle opposizioni. Era l’occasione, pur nella differenza di giudizio sul passato, per iniziare ad impostare un lavoro comune. Rafforzando il potere contrattuale della città verso le Società di gestione dei servizi, a partire da A2A.

Depurati da giudizi sulla storia recente, la mozione dell’opposizione di centrodestra, l’ordine del giorno della maggioranza, e successivamente quello della consigliera Ceraso, avevano importanti elementi in comune. Perciò nell’Ufficio di Presidenza avevo proposto una discussione congiunta, così da verificare la possibilità di addivenire ad un indirizzo unitario. Ciò avrebbe dato maggior ruolo alla stessa opposizione, oltre che più rilevante peso alla città. La proposta è stata accolta all’unanimità e come tale è stata assunta dai funzionari del Consiglio.

Malauguratamente all’avvio della discussione in Aula consiliare il consigliere Portesani ha ritrattato la posizione assunta in Ufficio di Presidenza, chiedendo discussioni separate. A malincuore ho accolto tale richiesta, perché intuivo che ero di fronte alla classica zappa sui piedi. La discussione separata non favoriva un’intesa virtuosa. Evidenziava prevalentemente le divisioni del passato, non le possibili convergenze dell’oggi per il futuro. La conclusione era perciò scritta in anticipo, secondo un classico dejà vu. La maggioranza vota il proprio documento e l’opposizione di centrodestra il suo. Il morto afferra il vivo, fine della storia.

Se anziché avere sempre lo sguardo rivolto al passato recriminando con costanza, il collega Portesani guardasse un pochino avanti, ben di più e di meglio si potrebbe fare per Cremona. Come Presidente del Consiglio sono impegnato in tal senso, ma se egli non coglie e sta sempre nella casamatta diventa la fatica di Sisifo e difficilmente la città avrà beneficio. Per di più l’opposizione di centrodestra oltre che divisa sarà anche inefficace e dunque ininfluente. Il che non è un bene.

Il mio ruolo è quello di valorizzare tutto il Consiglio, non la parte a me più affine. Se il sindaco avanza, avanzi anche Portesani, non causi l’arretramento di tutto il centrodestra consiliare. E non accusi sempre gli altri, aggiorni il proprio modus operandi. Altrimenti si avvera il detto che chi è causa del suo mal pianga se stesso. E sull’Ufficio di Presidenza si limiti a dire che non aveva capito anziché affermare cose non vere».

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