L'ANALISI
02 Ottobre 2024 - 18:28
VIADANA - Morta per asfissia meccanica, cioè per strangolamento, ma anche con la presenza di fratture alla mandibola e al setto nasale, verosimilmente per essere stata presa a pugni o colpita con un oggetto contundente, ma anche sbattuta con il volto contro una parete o sul pavimento: sarebbero questi i risultati preliminari dell’autopsia eseguita ieri dal medico legale Antonello Cirnelli all’Ospedale Poma di Mantova sul corpo di Maria Campai, 42enne di origine romena, per la cui morte è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere il 17enne arrestato dai carabinieri di Viadana, attualmente detenuto nel carcere minorile ‘Beccaria’ di Milano.
Insieme con le risposte date dal giovane al gip Laura D'Urbino durante l’interrogatorio di garanzia di lunedì scorso e ai risultati delle rilievi effettuati dai Ris sulla scena del crimine, quello che è emerso dell’autopsia rappresenta un ulteriore tassello che servirà agli investigatori e alla Procura dei Minori di Brescia per ricomporre il puzzle di ciò che è accaduto nel garage del condominio di via Monteverdi dove la donna ha perso la vita.
Il 17enne avrebbe raccontato al gip di aver stretto braccio e avambraccio intorno al collo della donna, una mossa da wrestling, soffocandola, ma come atto finale al culmine di un litigio scoppiato, dopo un rapporto sessuale, perché la Campai chiedeva più soldi di quanti erano stati stabilità in precedenza. La prova della lite sarebbero i graffi inferti dalla donna sulle braccia e sul collo del giovane, ma al tempo stesso si potrebbe invece trattare dell'estremo tentativo di Maria di non soccombere di fronte all'aggressione del 17enne.
Poi, cosa sarebbe successo dopo lo strangolamento? Il ragazzo avrebbe raccontato che, resosi conto che la donna era morta, sarebbe andato nel panico: a quel punto ha trascinato il corpo fuori dal garage portandolo nel giardino della villa accanto al condominio dove vive con la famiglia, sapendo che era disabitata. Qui il cadavere, ricoperto da foglie, è stato ritrovato una settimana dopo la scomparsa della 42enne, che era arrivata a Viadana da Parma accompagnata dalla sorella Roxana dopo essersi accordata online con il ragazzo per un incontro sessuale a pagamento. Maria, separata e con due figli ventenni, avrebbe dovuto tornare a Parma, invece la sua esistenza ha trovato un tragico epilogo a Viadana, dove davanti al cancello della villa in cui il corpo è stato abbandonato, familiari e amici hanno lasciato fiori e lumini.
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