L'ANALISI
CASTELLEONE. 40 ANNI FA LA TRAGEDIA A SAN SIRO
01 Ottobre 2024 - 05:25
CASTELLEONE - «A Marco, alla sua famiglia, ai suoi amici: pensiamo che per educare la miglior forma sia quella di non dimenticare. Quel tuo sorriso spezzato verrà da noi sempre ricordato. Castelleone ti porta nel cuore».
Poche righe, una pagina sul giornale La Provincia dedicata a Marco Fonghessi, a 40 anni esatti dalla morte, dagli amici dell’associazione Il Borgo che da sempre ne tiene viva la memoria. Da qualche tempo gli amici hanno chiesto al Comune che gli possa essere dedicato il campo comunale, presso il centro sportivo il Dosso. La pratica ormai è in dirittura d’arrivo e a breve dovrebbe essere ufficializzata la chiusura del percorso. Un bel traguardo.
La cronaca di quella domenica 30 settembre 1984 è nota: fuori dallo stadio di S. Siro, Fonghessi — 21enne (che viveva con i genitori), il fratello Gabriele (il più grande) e la sorella Carla — viene accoltellato a morte da un tifoso del Milan, 18 anni, che dopo qualche giorno sarà arrestato. Le condizioni di Marco erano apparse gravissime fin dal primo momento. E alle 4 del mattino dopo, 1° ottobre, arriva la tragica notizia del decesso. A nulla era servito il lungo intervento chirurgico al quale era stato sottoposto.
I grigiorossi erano alla seconda trasferta in serie A, contro il Milan di Baresi e Hateley (che vinse 2 a 1, Nicoletti e doppietta di Hateley). Erano le 20 quando il Tg1 annunciò la notizia che «un tifoso della Cremonese è stato accoltellato subito dopo la partita e le sue condizioni sono molto gravi».
Marco Fonghessi lavorava presso l'officina Pini e Brusa di Castelleone, come tornitore. Tifoso del Milan, era a S. Siro con alcuni amici.
Il fatto avvenne in via Capecelatro: un cuscino rossonero sull’auto targata Cremona, alcuni tifosi del Milan che si avvicinano, Fonghessi che chiede di essere lasciato in pace e per tutta risposta spunta il coltello. L’assassino all'inizio crede di avere fatto una ‘bravata’ o poco più; tanto è vero che nel suo quartiere, il Gratosoglio, si vanta di avere ‘colpito un avversario’. Ma il giorno dopo si rende conto che la cosa è molto più seria. Così butta via il coltello (che i carabinieri ritroveranno tra le immondizie del suo caseggiato), si taglia i capelli lunghi, biondi ossigenati, si toglie l'orecchino. Ma proprio il particolare dell'orecchino, descritto agli inquirenti dagli amici di Fonghessi, assieme alle voci che girano nel quartiere e tra i club dei tifosi, porta i carabinieri sulle sue tracce. Ventiquattr'ore di camera di sicurezza provocano il crollo. Verrà condannato a 22 anni in primo grado, 18 in Corte d’Assise e ne sconterà 14.
Il 3 ottobre di 40 anni fa si svolsero a Castelleone i funerali di Marco Fonghessi.
Marco viene ricordato anche dagli amici del Club Grigiorosso di Castelleone, spesso gli è stato anche dedicato uno striscione allo stadio Zini in occasione delle partite della Cremonese.
Un ricordo particolare dall’associazione Il Borgo di Castelleone: «Tanti di noi non erano nemmeno nati, tanti di noi ora frequentano gli stadi di tutta Italia, vogliamo rendergli omaggio nella speranza che la sua tragedia sia sempre lezione di vita. Ricordare è la prima forma per educare».
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