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SCANDOLARA RIPA D'OGLIO

Ruba il mortaio e dà un pugno al proprietario, 5 mesi in carcere

Emessa oggi la sentenza per il furto, per minaccia e lesione al quasi ottantenne Giovanni. Entro 30 giorni, sarà depositata la motivazione della sentenza

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

24 Settembre 2024 - 17:50

Ruba il mortaio e dà un pugno al proprietario, 5 mesi in carcere

SCANDOLARA RIPA D'OGLIO - «È un paese piccolo dove tutti litigano per i confini, le galline e il gatto...». Lo sa bene Giancarlo Bosio, fino al 2020 primario di Pneumologia all’ospedale Maggiore, dal 1995 al 1999 sindaco del paese. Paese piccolo, Scandolara Ripa d’Oglio: 500 e poco più anime. Qui tutti si conoscono. L’anziano Giovanni, classe 1945, conosce Ernesto. Il 26 ottobre del 2022, i due si incrociano nel vicolo. Ernesto avanza con in mano il mortaio in marmo rubato a Giovanni e scoppia una lite. Ernesto molla a terra il mortaio, poi molla un pugno in faccia all’anziano, che lo denuncia. Ernesto finisce a processo per tentata rapina impropria, minaccia e lesioni. Oggi la condanna a 5 mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) per il furto del mortaio (non più, dunque, rapina impropria), per minaccia e lesione al quasi ottantenne Giovanni. Entro 30 giorni, sarà depositata la motivazione della sentenza.


Dieci del mattino. In aula si accomoda l’anziano. «Lei sa perché è qui? — la domanda del pm Francesco Messina —. Dobbiamo parlare di quel giorno». E Giovanni parla. «L’ho trovato nel vicolo con il mio mortaio. Eravamo a dieci metri. Gli ho detto: ‘Mettilo giù, perché non è roba tua’. Lui lo ha posato per terra e mi ha dato uno schiaffo. Mi diceva: ‘Vieni avanti, vieni avanti’ . Lui è andato via a piedi, il vaso di marmo lo ha lasciato lì». In denuncia c’è scritto pugno. «Uno schiaffo o un pugno?», rilancia il pm. «Uno schiaffo». Giovanni non si recò al Pronto soccorso «No, no, perché io ho paura delle punture». «Durante la lite, l’imputato avanza, dicendole ‘Dopo la facciamo fuori’ ?», rilancia il pm. «Sì», risponde l’anziano. È la minaccia.

Altra domanda: «Nell’istinto di difendersi, non si ricorda di aver ferito l’imputato?». «No», fa mettere a verbale Giovanni. Quel giorno la lite nel vicolo durò «dieci minuti». Dopo l’anziano, in aula viene chiamato Bosio. A testimoniare lo ha chiamato l’avvocato Guido Priori, difensore di Ernesto. «Ho fatto il sindaco, conosco tutti», dice. L’ex sindaco dottore conosce «l’accusatore e l’accusato». Inquadra la personalità di Ernesto: «È al limite della società civile, vive da solo, non lavora, è assistito dal Comune ed è gracile dal punto di vista mentale, ha dei limiti. La sua vita è tra casa e osteria».

Da medico, Bosio racconta che due giorni dopo la lite, Ernesto «è venuto a suonare a casa mia. Mi ha fatto vedere una ferita sul palmo della mano. Era una lesione di circa 4-5 centimetri, molto superficiale. Sembrava una lesione più da graffio, da compressione che da taglio. Una lesione che non ha necessitato di una sutura chirurgica». Ernesto «mi riferì di una roncola durante una lite. Ma sa, in un paese piccolo dove tutti litigano per i confini, le galline e il gatto». «Un paesino», Scandolara Ripa d’Oglio, «dove fuori dalle porte si lasciano oggetti, beni, perché si ritengono sicuri», dice il comandante della stazione dei carabinieri di Robecco d’Oglio, che quindici giorni dopo i fatti, prese la denuncia dell’anziano Giovanni.


Durante la requisitoria, il pm ripercorre i fatti, spiega perché non si tratta di rapina impropria, ma di «tentato furto. l’imputato usa violenza, ma poi lascia lì il mortaio e si allontana, camminando tranquillamente. Non trattiene il bene. La sua azione aggressiva è fine a se stessa». Ai giudici chiede di condannare a 1 anno di reclusione e a 200 euro di multa l’imputato. Un uomo «invalido all’80%, perché ha problemi psichiatrici, un borderline», sottolinea il difensore Priori, che tenta a smontare anche l’accusa di minaccia: «Ovvio che» il quasi 80enne Giovanni «non ha percepito paura».

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