L'ANALISI
23 Settembre 2024 - 20:47
CREMONA - I suoi sorrisi, larghi e potenti come gli abbracci che regalava, mancano già a tantissimi. Stefano Uggeri, per chiunque ‘Ugge’, è morto domenica pomeriggio dopo alcuni mesi di malattia, lasciando in un dolore immenso le innumerevoli persone che lo hanno conosciuto. Aveva 46 anni.
Il suo era un volto noto in città: in tempi recenti era stato fra i fondatori del nuovo Bolero di vicolo Bordigallo, dove era impegnato ai fornelli, prima di intraprendere un’altra avventura appena fuori provincia. La cucina era da sempre una delle sue più grandi passioni, un interesse a lungo coltivato con dedizione per gli amici, e poi divenuto una professione. Un amore contrastato - se così si può dire - soltanto da un altro fuoco sacro: quello della musica.
‘Ugge’ è stato infatti un batterista fra i più raffinati a Cremona. Elegante nel tocco, talvolta al limite del jazz, preciso e sofisticato, con un orecchio e soprattutto un cuore orientati sempre e solo al centro del discorso musicale, ‘Ugge’ lega il suo nome ai Beaucoup Fish, una band di musicisti-amici, una sorta di seconda famiglia che nei primi dieci anni dei Duemila era riuscita ad approdare sulle radio nazionali e sulle riviste specializzate in un mondo in cui Spotify e lo streaming come oggi lo conosciamo dovevano ancora venire.
Dotato di una sensibilità e di una vena poetica e ironica che davvero poche volte si ha la fortuna di incrociare, Stefano guardava il mondo e le persone con uno sguardo mai banale, e che non poteva non conquistare fin dal primo scambio. Era facilissimo volergli bene e ancora più semplice affezionarsi al tono gioviale, ai piccoli e grandi gesti di affetto limpido, alla battuta fulminante che faceva calare per chiudere la questione e sdrammatizzare. Amava raccontare storie (e sapeva ascoltarle) in nottate infinite e fragorose nelle quelli trascinava gli amici.
Un soprannome per ognuno, una parola per ognuno. La sua passione per una vita sulla quale sapeva ragionare profondamente, ma con la leggerezza che si possono permettere solo le menti più acute, diventava la scusa per parlare di cinema (per qualche tempo aveva lavorato anche nel videonoleggio Primavisione, in piazza Lodi, elargendo recensioni ai clienti) e di libri. Sono in molti, oggi, a ringraziarlo per le lunghe chiacchierate, per i viaggi, per i concerti semi-improvvisati, per aver consigliato quel disco o quel libro che sarebbero poi diventati ‘il’ disco e ‘il’ libro di una vita.
Sono tanti i messaggi che negli ultimi due giorni lo ricordano sui social network tratteggiando il profilo di una persona speciale e che ha regalato poesia e bellezza senza perdere un filo di grazia nemmeno nei mesi più difficili. La camera ardente è allestita all’ospedale Maggiore domani dalle 9 e fino alle 18. Il funerale, invece, si terrà mercoledì, partendo alle 11.15 dalla camera ardente per la chiesa parrocchiale di S.Abbondio.
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