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CREMONA. LA STORIA

Da allievo a prof nel segno della liuteria

Corso professionalizzante al Cr.Forma: Di Landa passa dal banco di lavoro alla cattedra

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

20 Settembre 2024 - 05:10

Da allievo a prof nel segno della liuteria

CREMONA - Dopo aver studiato al Cr.Forma ora ci è tornato da docente, una strana sensazione, parzialmente mitigata dal fatto che quando si parla di liuteria non c’è limite d’età per imparare e crescere nell’arte di Stradivari. Sorride Manuel Di Landa, 44 anni, originario di Caserta, liutaio che ha acquisto presso il Cr.Forma il titolo di tecnico del restauro e che ora si ritrova a insegnare a colleghi che vogliono conseguire lo stesso titolo.

«Essere tecnico del restauro permette di operare su strumenti vincolati dalla Soprintendenza, affiancando i restauratori accreditati che hanno conseguito la laurea in restauro e conservazione degli strumenti ad arco — spiega —. È questo un titolo che completa la figura professionale di liutaio permettendogli di affiancare l’attività legata alla costruzione di strumenti ex novo».

Detto questo, il ruolo di insegnante in un corso come quello per tecnico di restauro, attivato presso il Cr.Forma, «non è paragonabile all’idea di docente che abbiamo dai ricordi di scuola — spiega —. Il fatto di insegnare una materia pratica obbliga a un rapporto diretto, non distante con gli studenti, senza contare che gli iscritti sono persone adulte. Attualmente i miei allievi sono in tutto 12, un numero tale che consente di lavorare fianco a fianco, di collaborare alla realizzazione di un comune progetto di restauro. Si spazia dal più giovane, che è un professionista di 23 anni, a un collega di oltre cinquant’anni».

Ed anche la storia di Di Landa è la storia di una vocazione tardiva all’arte del saper fare liuario, maturata pian piano e seguendo un itinerario che lo porta a Cremona dopo aver conseguito la professione di liutaio. «Nel 1999 mi sono diplomato come geometra — racconta —. Ho sempre suonato il violino, fin da piccolo. Conseguito il tanto sofferto diploma, ho capito che la mia strada era un’altra. Ho frequentato, agli inizi degli anni Duemila, una scuola di liuteria a Gubbio, poi mi sono appassionato all’arte del restauro presso la Newark International School of Violin Making, in Gran Bretagna, dal 2005 al 2007. Dopo la laurea, ho avuto l’opportunità di fare diverse esperienze lavorative all’estero, come un’esperienza di laboratorio presso Hans Weisshaar a Los Angeles».

Dopo di che l’arrivo a Cremona è stato pressoché naturale. «Nel 2008 ho iniziato a collaborare con diverse botteghe, sviluppando un mio stile ispirato ai grandi liutai del passato e al metodo costruttivo basato sulla Sezione Aurea. E qui tornano i ricordi di quanto imparato nel corso degli anni a geometri», afferma. Il resto è storia recente e porta Manuel Di Landa ad aprire una propria attività in città nel 2015 e collaborare col Museo del Violino alla realizzazione del percorso per non vedenti e ipovedenti sulla costruzione degli strumenti ad arco. «Nel 2018 ho iniziato una collaborazione con Pierre Bohr per il restauro di una viola da gamba di Ventura Linarol ed è stata una sorta di conferma di quanto oggi sto facendo — spiega —. E così dal titolo di tecnico del restauro è stato naturale passare a condividere la mia esperienza con coloro che vogliono intraprendere la stessa carriera, o meglio, lo stesso percorso di specializzazione che permette di mettere le mani su strumenti storici».

Detta così potrebbe suonare irrispettoso, ma nella possibilità di agire su strumenti storici si nasconde l’opportunità unica per un liutaio di andare alla scoperta della prassi costruttiva dei secoli passati. «È il fascino che sta dietro ogni azione di restauro che permette di andare al cuore del violino come di qualsiasi opera d’arte — spiega Di Landa—. Per questo anche insegnando mi rendo conto che si finisce col condividere con gli studenti la stessa volontà di cogliere la natura intima di strumenti del passato».

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