L'ANALISI
15 Settembre 2024 - 18:34
Il dono dell’acquerello di Armelloni a don Piccinelli e il concerto di saluto dei campanari
SORESINA - Gli applausi dei fedeli che gremivano, stamattina, la chiesa di San Siro – presente anche il sindaco Alessandro Tirloni — hanno accompagnato e sostenuto don Angelo Piccinelli nell’omelia della Messa di saluto alla comunità di Soresina che lascia dopo 14 anni da parroco (lo era dal maggio 2010). Domenica prossima, scortato da un folto gruppo di soresinesi, farà il proprio ingresso a Calcio (provincia di Bergamo ma diocesi di Cremona) dove assumerà la guida dell’unità pastorale formata anche da Pumenengo e Santa Maria in Campagna.
L’omelia della concelebrazione – all’altare con il parroco il vicario don Alberto Bigatti e i collaboratori padre Giuseppe Ripamonti e don Enrico Strinasacchi — è stata più volte interrotta da silenzi e momenti di intensa commozione di don Piccinelli che, molto severo con se stesso e sollecito nel chiedere perdono di alcune ‘provocazioni’, ha riletto i propri 14 anni soresinesi come in una filigrana delle letture liturgiche ieri proposte: i brani del profeta Isaia, dell’apostolo Giacomo, e del vangelo di Marco.
Pur non nascondendo di avere anche sofferto quelle «incomprensioni e amarezze» che non mancano nella vita di qualsiasi prete e in ogni parrocchia, non ha mancato di dirsi «umilmente orgoglioso» di tre fedeltà (al Papa, al confessionale «in qualsiasi giorno e ora», alla povertà) e riconoscente ai soresinesi: «Quella di Soresina è una splendida comunità cristiana. Imperfetta ma splendida. Non ho mai avuto, neppure per un istante, in questi 14 anni, la voglia di scappare. Nonostante le mie rampogne... Ne sono certo: c’è un futuro pieno di luce e di bellezza per Soresina, che sarà molto invidiata. Anche più che nel passato. Adesso però va amata. Tanto e subito!».
Al termine della Messa, animata dalla corale parrocchiale, da un gruppo strumentale e all’organo dal maestro Alessandro Manara, la vicepresidente del Consiglio pastorale Claudia Cipelletti ha espresso il caloroso e ripetuto ‘grazie’ dei soresinesi a don Angelo sempre proteso nel suo ministero con «pazienza e affetto» – ha detto fra l’altro – a costruire «ponti e non muri». E questo negli anni, aveva ricordato lo stesso parroco, «della crescita esponenziale dei migranti, della pandemia, del disagio sociale», quando erano più facili le tentazioni della chiusura o dell'integralismo.
Don Bigatti ha a sua volta presentato i doni della parrocchia: una riproduzione, realizzata ad Ortisei, della statua lignea policroma della ‘Madonna della Concezione col bambino’ di Giuseppe Chiari (1749) alla quale è dedicato l’altare laterale di sinistra a fianco del presbiterio, e un acquerello del soresinese Giorgio Armelloni che raffigura l’interno della chiesa di San Siro. Don Piccinelli è stato festeggiato anche dai concerti dei campanari. Dopo la celebrazione è infatti uscito a benedire la torre recentemente restaurata con il ripristino del suono delle campane tirate a fune, e la lapide dedicata allo storico campanaro di Soresina Luigi Zanesi detto ‘Bigin del Nonu’.
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