L'ANALISI
16 Luglio 2024 - 09:07
Don Angelo Piccinelli
SORESINA - Si sapeva già da un mese e mezzo ma, come spesso accade, quell’arrivederci non sembra vero finché non è il protagonista a pronunciarlo. O, come in questo caso, a scriverlo. Don Angelo Piccinelli, dopo 14 anni, lascia la guida spirituale di San Siro e lo fa con una lettera aperta ai fedeli della parrocchia e a tutti i soresinesi. «Per Soresina sarà un’occasione di rinnovamento – ha affermato l’arciprete prossimo al trasferimento, prima dell’augurio –. Soresina non ha perso la sua vocazione ad essere una ‘comunità magnifica ed effettivamente lo è. Qui e ora, quando e in quanto viene davvero amata».
Il primo sacerdote della città partirà per la Bergamasca (pur sempre diocesi cremonese) e diventerà il nuovo punto di riferimento per le parrocchie di Calcio, Pumenengo e Santa Maria in Campagna. Al suo posto, sotto la Tettoia, arriverà don Andrea Bastoni.
Difficile riassumere 14 anni in poche righe, ma su certi aspetti di don Piccinelli, come uomo e come sacerdote, convengono praticamente tutti: non si è mai tirato indietro, ha sempre detto la sua anche quando le opinioni potevano essere considerate impopolari e divisive. Non è mai stato, insomma, un prete che si è fatto da parte. Anzi. Le sue posizioni e i suoi appelli ai cristiani di Soresina, cosa riconosciuta anche da chi di volta in volta sosteneva l’idea opposta, mai scontate, tanto da fare il giro dell’Italia anche sui media nazionali. Basti citare la ‘sfida’ ai ragazzi che fanno il saluto romano, a cui il parroco aveva chiesto di visitare i campi di concentramento per cambiare idea; poi ancora la piccola reprimenda alle animatrici perché si vestissero in modo un po’ più sobrio all’oratorio, ma anche la lotta contro il presepe laico, giudicato privo di senso; quell’iconico «Signore, non so più come giustificarti» quando la pandemia mieteva centinaia di vittime senza sosta e la lista potrebbe continuare. Il tutto ovviamente se si guarda solo al pensiero, molte opere concrete erano fatte in assoluto silenzio.
A Soresina, peraltro, c’è da sempre quel mantra famoso: don Piccinelli è il parroco di tutti, anche se è di destra per quelli di sinistra, di sinistra se chiedi a destra. E forse è normale così.
Nemmeno a dirsi, il commiato ai lettori sul gazzettino di San Siro, infatti, non tradisce stile e modi: «Siamo entrambi scaduti, parroco e sindaco. A onor del vero il sottoscritto, almeno fino al 22 settembre, è solo ‘scadente’ – scrive l’arciprete –. In effetti, un prete umanamente, pastoralmente o spiritualmente scadente tale rimane ovunque venga trapiantato. Fosse anche sul soglio di Pietro. Soresina ha una grande occasione di rinnovamento. Che saprà senz’altro sfruttare. Perché è in gioco il suo futuro».
Il giudizio sull’ex fascia tricolore Diego Vairani: «Ho ammirato la determinazione e l’intenzione retta con cui si è assunto la responsabilità del nostro bene comune e si è fatto carico delle situazioni, ben oltre il ruolo».
E per il futuro: «Al neo-sindaco Alessandro Tirloni, che ha slancio giovanile e voglia di fare molto bene, un fraterno incoraggiamento».
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