L'ANALISI
15 Settembre 2024 - 05:20
L'assessore Paolo Carletti e palazzo Duemiglia dove sono in corso i lavori di ristrutturazione
CREMONA - «Lo spirito con cui affronto questa nuova, stimolante sfida dell’Assessorato all’Urbanistica è quello della restituzione degli spazi cittadini alla comunità cremonese». Dell’assessore all’Urbanistica e alle opere pubbliche Paolo Carletti è nota la passione per la storia locale e per il patrimonio di memoria cremonese custodito nei palazzi (istituzionali e non) della città. Una predilezione che ben si addice a chi, per i prossimi cinque anni, dovrà gestire la pianificazione urbana: «Cinque anni in Consiglio comunale, del quale ho avuto il privilegio di rappresentare la presidenza, sono stati utili e molto preziosi. Il ruolo di assessore ora è quanto di più entusiasmante che si possa immaginare nell’ambito della politica locale».
E ora Carletti si dedica a definire i futuri interventi: «Ci sono spazi cittadini che ad oggi finiscono per essere molto ‘esclusivi’, su questi vorrei intervenire per restituirli in tutta la loro bellezza e fruibilità alla cittadinanza». I motivi di questo isolamento sono diversi e spesso intersecano tematiche come la sicurezza e l’incuria: ci sono i limiti strutturali legati ai muri di cinta, come nel caso del parco del Vecchio passeggio, ma anche ragioni sociali legate agli episodi di violenza e degrado, come nel caso di piazza Lodi.
«Meno un’area è vissuta dai residenti e più attira mal frequentazioni, incuria e microcriminalità. La soluzione, per me, è trovare gli strumenti per rendere questi luoghi quanto più inseriti nel tessuto urbano e sociale». E se l’assessore si trova ancora nella fase di definizione degli interventi, tra sopralluoghi e passaggi burocratici del caso, i primi dettagli del piano cominciano a delinearsi. «Non è peregrino pensare che il muro di cinta del parco del Vecchio passeggio venga parzialmente abbattuto per montare una cancellata. Abbiamo poi intenzione di aprire nuove porte, come quella su via Aselli, per fare in modo che quell’area verde, oggi teatro di episodi di spaccio e poco vissuta, torni ad essere comodamente attraversabile».
Il restauro in questione, con la rimozione della parte superiore del muro di cinta, sostituito da una cancellata, si configura in realtà come un ritorno alle origini: «Ci sono fotografie e documenti – spiega Carletti — che testimoniano come la porzione superiore del muro sia un’aggiunta del dopoguerra. Per farsi un’idea di com’era originariamente basta guardare l’ingresso principale: il bellissimo cancello in ferro battuto con al centro lo stemma della città conserva un ricordo della cancellata originaria».
Sempre nell’ottica di una visione inclusiva delle aree pubbliche, in particolare dei parchi, un intervento simile potrebbe riguardare il muro perimetrale dell’area Frazzi, all’inizio di viale Po: «Si potrebbe abbatterla a piano, ad oggi rappresenta un ostacolo alla libera fruizione del parco che, dietro quella cinta di mattoni, finisce per essere percepito distante e chiuso. Nella zona c’è anche il ponte sul Morbasco dove sono previsti, dopo lunga attesa, i lavori di restauro per i primi mesi del 2025». Carletti prosegue elencando idee e progetti già avviati nel solco di un’apertura – fisica e ideale — degli spazi urbani.
«Con l’Assessorato alla Cultura stiamo lavorando per far diventare il nostro palazzo comunale un polo culturale. Chi entra nella casa dei cremonesi, e vogliamo che i cittadini che lo visitano siano sempre di più, deve respirare la storia e lo spirito della nostra comunità». Ci sono poi i lavori in corso su palazzo Duemiglia, «una struttura incredibile, che pochi conoscono», dice Carletti, che è destinato a diventare la casa delle associazioni e polo del terzo settore. E ancora: «In piazza Lodi ‘atterrerà’ la Via lattea: si tratta dei calchi degli zoccoli dei capi vincitori della Fiera internazionale del bovino da latte. Un’esposizione permanente per valorizzare la piazza oltre che l’ente Fiera e le eccellenze zootecniche locali».
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