L'ANALISI
13 Settembre 2024 - 20:48
La cerimonia e nel riquadro la benedizione del vescovo
CREMONA - Il vescovo Antonio Napolioni sgrana gli occhi mentre varca la soglia del cortile: «C’è mezzo mondo, che spettacolo!» esclama con un sorriso radioso, prima di stringere le mani a Franca e Giuliana Azzolini, le due ideatrici e registe del progetto ‘La Cascinetta’, residenza socio-assistenziale per lo sviluppo delle autonomie abitative e relazionali. Se oggi a Gerre Borghi si può fare festa, il merito è loro. E delle rete — ampia e virtuosa — di partner e collaboratori che le due sorelle sono riuscite a stimolare fin da quando hanno cominciato a ragionare sull’idea di un’offerta di servizi orientata al ‘dopo di noi’. Li ringraziano uno a uno, con parole rotte dall’emozione, prima della benedizione del vescovo e del taglio del nastro insieme alle autorità.
«La mia carriera di maestra — spiega Giuliana — mi ha messo in contatto con la dimensione della fragilità. Ho immaginato il futuro da adulti dei bambini di allora: è anzitutto per loro che la Cascinetta apre le sue porte. E, ora, la loro felicità è anche la nostra». Dal fondo del cortile, uno dei ragazzi della maestra Giuliana le schiocca un bacio a distanza: «Sergio, sai che sei il mio principe», esulta la benefattrice. Commossa fin quasi alle lacrime.
Tra i ‘grazie’ più sentiti scanditi dalle sorelle Azzolini, quelli a Eco-company, la coop sociale guidata da don Alberto Mangili che agisce in collegamento con Cascina Moreni, all’associazione Gianni e Massimiliano, alla coordinatrice referente della Cascinetta’ Angela Ravelli, alla consulente specialistica e membro del Cda Paola Mosa. E a Marco Zanacchi, figlio di Giuliana, che ha messo il cuore e le competenze di geometra al servizio del progetto di riqualificazione dell’antica cascina, prima immaginato sulla carta e poi seguito passo dopo passo nelle sue fasi realizzative.
Alla cerimonia inaugurale sono presenti, tra i tanti, l’assessora comunale al Welfare Marina Della Giovanna con i colleghi di giunta Paolo Carletti e Luca Zanacchi, il presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti, la consigliera comunale Maria Vittoria Ceraso, i consiglieri regionali Marcello Ventura e Matteo Piloni, il segretario del Pd cittadino Roberto Galletti, il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Sambataro e il referente cremonese della Fondazione Cariplo (co-finanziatrice della riqualificazione con un contributo di oltre 300mila euro) Franco Verdi. Che sottolinea: «Cariplo indirizza la sua attenzione soprattutto verso i servizi in grado di costruire relazioni e di far crescere il senso di comunità, abbracciando quella filantropia che cresce dal basso, crea legami con la forza dell’empatia e stimola lo scambio dei sentimenti per tradurlo in esperienza e concretizzarlo in spazio organizzato».
Subito dopo la gioiosa audizione della violinista Heeson Lee e prima della lettura del messaggio inviato dal ministro Alessandra Locatelli, anche il vescovo spende parole di elogio per il progetto: «Questo cortile è l’immagine del popolo, della comunità e di quel ‘noi’ che sta dentro al ‘dopo di noi’. Un noi fruttuoso e fecondo, che si contrappone ai troppi ‘io’ per attivare una rigenerazione strutturale e umana, così importante in un’Italia un po’ inceppata. È la solitudine la grande maledizione del nostro tempo: quando c’è divisione c’è conflitto, ma quando ci sono unità e armonia c’è tutto».
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