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DOPO DI NOI: LA CITTÀ SOLIDALE

A Gerre Borghi sta nascendo la casa del 'Dopo di noi'

Così Franca e Giuliana aiutano i loro «ragazzi». Fondazione Azzolini: domani il vescovo Napolioni inaugura ‘La Cascinetta’

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

12 Settembre 2024 - 08:16

A Gerre Borghi sta nascendo la casa del 'Dopo di noi'

Un momento delle attività laboratoriali

CREMONA - «Nessuno si azzardi a definirli diversamente abili. Sono ragazzi. E vanno chiamati semplicemente con il loro nome»: le parole di Giuliana Azzolini risuonano piene di tenerezza nel cortile al numero 7 di via Gerre Borghi, che si apre su una verdeggiante fetta di campagna. Al suo fianco c’è la sorella Franca, che sorride compiaciuta mentre squadra, per l’ennesima volta, la sagoma della palazzina — grigio nebbia fuori e giallo sole dentro — ancora fresca di intonaco. Lì, oltre le mura della ex cascina diventata casa delle autonomie, vivono sei nuclei famigliari che sperimentano ogni giorno la forza umana della fragilità: tre «ragazzi» (per dirlo con la signora Giuliana) che stanno imboccando la strada dell’indipendenza e dell’autosufficienza e altre tre famiglie che hanno avviato un progetto orientato aldopo di noi’.

Accanto al cancello d’ingresso, incisa in stampatello su una lastra antracite, spicca la scritta «Fondazione Franca e Giuliana Azzolini Onlus»: le due sorelle, cresciute letteralmente a un passo da qui, hanno dato vita all’organizzazione benefica cinque anni fa per realizzare due sogni in uno.

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Franca e Giuliana Azzolini con Paola Mosa di fronte al cancello d’ingresso de ‘La Cascinetta’ a Gerre Borghi

«Abbiamo abitato a lungo al civico accanto e in questo cortile abbiamo trascorso la nostra infanzia insieme ai vicini di casa — raccontano —. Papà Ottorino ha sempre desiderato acquistare la cascina: ci siamo riuscite noi, non appena ne abbiamo avuto l’opportunità». Così Franca e Giuliana — con un prezioso contributo di 317mila euro da parte di Fondazione Cariplo — hanno provveduto a ristrutturarla. Non per se stesse né per figli e nipoti, ma per quei «ragazzi» che hanno bisogno di essere accompagnati verso l’autonomia attraverso un percorso di autentica inclusione sociale. L’intervento di riqualificazione ha coinvolto l’intera famiglia Azzolini, che ha messo a disposizione competenze (dagli studi in architettura alle abilità manuali), tempo, impegno e, soprattutto, tanta passione. Papà Ottorino ne sarebbe fiero.

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L’edificio riqualificato è stato ribattezzato ‘La Cascinetta’: un vezzeggiativo attinto, appunto, dal lessico familiare. Il progetto solidale ha mosso i suoi primi passi e la Cascinetta verrà inaugurata ufficialmente domani alle 17 dal vescovo, monsignor Antonio Napolioni, insieme a rappresentanti del Comune e del Consiglio regionale, esponenti della Questura e dell’Arma dei carabinieri. E non mancherà don Alberto Mangili, presidente della società cooperativa Eco-company a cui è affidata la gestione delle attività socio assistenziali, in continuità con i progetti sviluppati all’interno di Cascina Moreni. A costituire un doppio polo del bene e del buono. Perché anche gli ospiti della Cascinetta sono già impegnati — e lo saranno sempre di più — nella filiera virtuosa ‘dalla terra alla tavola’. «Abbiamo acquistato anche l’appezzamento attiguo alla cascina — spiegano Franca e Giuliana — per consentire ai ragazzi di partecipare ad attività di ortoterapia e confrontarsi con esperienze culinarie».

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I pomodori rosseggiano tra i filari, mentre sotto la terra smossa si preparano ad attecchire cavolfiori, cipolle e altre colture invernali. Ieri, intanto, i boys e le girls di Gerre Borghi erano già alle prese con cioccolato e tagliatelle: i primi esperimenti in vista del debutto vero e proprio. Ma la Cascinetta è anche molto altro, tra spazi di socializzazione, laboratori polivalenti e una palestra di addestramento all’autonomia. Qui, sotto la guida della coordinatrice referente Angela Ravelli, verranno messe a punto molteplici e innovative attività, ritagliate attorno ai bisogni specifici: un work in progress a cui sta contribuendo, con occhio esperto, anche l’ex direttrice socio sanitaria dell’Asst di Cremona Paola Mosa, componente del consiglio di amministrazione e consulente specialistica della Fondazione.

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Le sorelle Azzolini tengono lo sguardo inchiodato alla Cascinetta, «muro a muro con la storia della nostra infanzia». E spalancano i cancelli del cuore: «I ragazzi ci insegnano che dobbiamo esserci in altri tempi e in altri modi. È nostro compito offrire a loro l’opportunità di realizzare tutte le loro potenzialità». Uniche e bellissime.

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