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CREMONA. IL PROCESSO

Maltrattamenti: "Massacrata di botte, ha il terrore di incontrarlo"

Lei ha 52 anni, lui 39 e la misura del divieto di avvicinarsi alla donna. Al processo lei dovrà far emergere una convivenza da incubo

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Settembre 2024 - 13:59

Maltrattamenti: "Massacrata di botte, ha il terrore di incontrarlo"

(foto creata con Canva Pro)

CREMONA - Il 20 novembre dovrà presentarsi nell’aula del tribunale, ma «è terrorizzata» all’idea di vederlo. Di incrociare lo sguardo di quell’uomo che negli ultimi sei anni di convivenza l’ha massacrata di botte, fratturandole coste e clavicola. «Parliamo di episodi gravissimi di maltrattamenti che solo per puro miracolo non sono sfociati in esiti ben più gravi. Episodi che mettono in luce l’estrema pericolosità dell’ex convivente», dice l’avvocato di parte civile, Vittorio Patrini. 

avvocato

Lei ha 52 anni, lui 39 e la misura del divieto di avvicinarsi alla donna. Al processo lei dovrà far emergere una convivenza da incubo sulla quale un peso lo hanno avuto l’abuso di alcol e il consumo di droghe dell’ex convivente. Lei dovrà raccontare al giudice dei pugni, degli schiaffi, dei calci in faccia e al torace, della violenza esplosa durante i litigi quasi sempre «per futili motivi». E delle tante volte in cui è finita in ospedale. Li aveva raccontati nella denuncia, dovrà ripercorrerli nel processo per maltrattamenti. «Episodi gravissimi», insiste l’avvocato Patrini, riassunti nell’atto di costituzione della parte civile. Episodi come la lite del 31 ottobre 2017, quando lui ha impugnato un coltello e ha ferita la convivente al polso sinistro. La corsa al pronto soccorso, la diagnosi per «aggressione con arma bianca», la prognosi di 2 giorni. O come l’altro litigio del 25 settembre 2020, quando lui le ha lanciato addosso un borsone, le ha dato un calcio alle costole. Lei è finita a terra e di calci se ne è presi altri, tutti alla spalla, così potenti. «Clavicola fratturata da percosse», il referto e 40 giorni di prognosi.

Il 13 aprile del 2023, l’uomo era ubriaco. La lite, gli insulti (il solito campionario di offese), i pugni sferrati al torace di lei. Pugni così forti da fratturarle le coste: 21 giorni di prognosi.

Ha sopportato fin troppo la donna, che quel giorno ha deciso di buttarlo fuori casa. Lo ha allontanato e ha chiuso la relazione «che per lei costituiva solo fonte di sofferenze», sottolinea l’avvocato. Ma lui non l’ha presa bene: il 16 aprile è ripiombato in casa. Lei dormiva, lui ha sfondato la porta. Si è piazzato nell’appartamento fino al 23 aprile contro la volontà di lei. Che il 20 novembre dovrà vincere «il terrore» e presentarsi in aula. Altre due udienze sono già state fissate, una il 19 febbraio 2025, un’altra il 5 marzo successivo, quando l’ex violento si difenderà (lo assiste l’avvocato Raffaella Parisi). Un uomo per il quale l’avvocato Patrini chiede una pena severa «per i suoi inammissibili atteggiamenti tenuti nel corso degli anni nei confronti della mia povera assistita».

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