L'ANALISI
03 Settembre 2024 - 16:39
MONTODINE - È tornata la giungla sulla ciclabile che fiancheggia il ponte sul fiume Adda. Il problema era già stato segnalato un paio di anni fa dalle persone che quotidianamente la percorrono. Dopo ripetuti solleciti e rimpallo di competenze, il tracciato era stato ripulito da rovi, rami, sterpaglie e foglie secche. Ora siamo di nuovo punto e a capo e le lamentele sono tornate a sollevarsi. La prima sensazione che si prova, guardando la pista e cercando di percorrerla è quella dell’abbandono.
L’incuria e la mancanza di manutenzione periodica hanno di nuovo permesso alla vegetazione di occupare gran parte della ciclabile e di ostruire quindi il passaggio. In certi punti, le radici hanno bucato e deformato l’asfalto. Il ponte sul fiume Adda rappresenta un struttura nevralgica per il collegamento tra il Cremasco e il Lodigiano, lungo la strada che porta a Piacenza passando per Castiglione e Codogno.
Rami e arbusti hanno invaso la pista su entrambi i sensi di marcia, cosicché risulta intransitabile. La cosa costringe i ciclisti a viaggiare sulla carreggiata, non senza andare incontro a pericoli. Ci sarebbe di nuovo bisogno che qualcuno provvedesse al taglio delle sterpaglie e alla pulizia. Già, ma a chi tocca la manutenzione? Non ai Comuni, considerato che la strada è provinciale e che il ponte è a cavallo tra le Province di Cremona e di Lodi.
«La competenza sulla struttura strallata che unisce le due sponde del fiume sulla ex strada statale 591 Cremasca — afferma il sindaco Alessandro Pandini — è suddivisa a metà tra le due Province». Il nuovo ponte sull’Adda, che aveva sostituito quello crollato 15 anni prima, è stato inaugurato il 14 dicembre 2009. La storia della sua realizzazione è stata travagliata e controversa. Ancora oggi, a quanto pare, i problemi non mancano.
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