C'è il primo caso di West Nile

CREMONA - Nella nostra provincia la circolazione del West Nile virus, noto anche come Febbre del Nilo, è stata accertata già il 16 dicembre scorso con il ritrovamento di un pool di zanzare positive a Pessina Cremonese. Ora c’è anche il primo caso di contagio umano: si tratta di un donatore di sangue, asintomatico e dunque individuato solo tramite i controlli sulle sacche.

A rivelarlo è l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, che parla di ben 29 donatori italiani risultati positivi: ad Alessandria, Benevento, Bologna, Brescia, Mantova, Modena, Padova, Rovigo, Udine e appunto Cremona. Segno che il West Nile è sempre più circolante, ma allo stesso tempo anche prova del fatto che nella maggior parte dei casi i sintomi e il decorso non risultano preoccupanti. Sono tuttavia saliti a 72 i casi di febbre, nessuno a Cremona, ma uno nella provincia di Mantova e dunque nello stesso Ats. Complessivamente, nella sola settimana compresa tra il 22 e il 28 agosto, i contagi umani in Italia sono risultati essere 61. Mentre da maggio sono saliti a 232, di cui 131 con la manifestazione della più seria forma-neuroinvasiva.

Nessun allarme, dunque, ma attenzione alta. E a dire il vero quella dell’Avis di Cremona lo è già da settimane: «A seguito di riscontro di positività per West Nile virus su pool di zanzare a Pessina Cremonese, segnalata dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna – si legge sulla circolare firmata a luglio dal direttore del Centro nazionale sangue Vincenzo De Angelis –, si dispone l’introduzione delle misure di sicurezza nei confronti della trasmissione trasfusionale di Wnv sulle donazioni di sangue ed emocomponenti raccolte nelle province di Cremona e Brescia». In sostanza viene raccomandato il test Wnv Nat quale alternativa al provvedimento di sospensione temporanea per 28 giorni dei donatori delle aree interessate. Ed è proprio grazie a questi controlli preventivi che è stato individuato il donatore positivo asintomatico.

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