L'ANALISI
30 Agosto 2024 - 10:51
CREMONA - «Sono davvero importanti questi accordi Cremona-Cina, uno dei mercati più importanti del mondo? O invece sono assurdi e deleteri, in quanto già oggi la Cina è in grado di surclassare, in tutti i sensi, la produzione cremonese? Già oggi sono pochissimi i liutai cremonesi che possono competere sul mercato internazionale con i cinesi e noi ci impegniamo a insegnare ai giovani orientali, a inviare docenti in Cina quando hanno milioni di bravi artigiani, legname ottimo, capacità notevoli, aiuti statali enormi e desiderio di imporsi come primi produttori di strumenti musicali non solo a costi irrisori, ma anche di altissima qualità».
È questo un passaggio di una lettera di un liutaio pubblicata da Gualtiero Nicolini, presidente dell’Associazione Nazionale Liuteria Artistica che spiega: «Ho dato spazio alla voce di un collega che esprime una preoccupazione: il timore che le competenze offerte possano rappresentare un boomerang per i liutai cremonesi, tenendo conto della determinazione e delle possibilità di investimento cinesi. L’accordo stipulato fra Conservatorio di Pechino e la Scuola di liuteria cremonese incoraggia scambi fra le due istituzioni di studenti e docenti. Viene da chiedersi quale sia il vantaggio per la liuteria cremonese».
Un dubbio lecito, che viene respinto al mittente dai diretti interessati, che da una settimana hanno permesso agli studenti di liuteria del Conservatorio di Pechino, guidati dal direttore Gao Tong Tong, di lavorare a stretto contatto con i maestri Simeone Morassi, Stefano Conia, Dante Fulvio Lazzari, Primo Pistoni e Luca Baratto.
«I ragazzi qui hanno potuto respirare l’aria di Cremona, capitale della liuteria — spiega il direttore della sezione di liuteria del conservatorio di Pechino che proprio a Cremona si è formato —. Abbiamo portato studenti formati e che hanno voluto sperimentare gli insegnamenti dei maestri cremonesi, un’occasione che li ha galvanizzati e li fa partire entusiasti. L’idea è quella di poter potenziare l’iniziativa, nata in maniera estemporanea, ma che può avere sviluppi interessanti per tutti. Tutto ciò in sintonia con il protocollo di intesa firmato un anno fa. Noi a Pechino frequentiamo già il metodo cremonese, ma costruire violini nella città di Stradivari è tutta un’altra cosa».
E a chi crede che a rischio siano i segreti di Stradivari, Primo Pistoni ribatte: «Ma bisogna vedere quali sono i segreti di Stradivari — afferma —. Ognuno di noi ha un suo stile diverso, ha un modo di interpretare i grandi capolavori di Stradivari in maniera originale e unica, come è naturale che sia in un lavoro artigianale e di artigianato artistico».
All’orizzonte per coloro che hanno preso parte alla settimana di workshop per gli studenti/liutai cinesi non individuano alcun pericolo, se non l’esatto contrario: ovvero il rischio di un isolamento che alla fine risulterebbe poco redditizio.
Ed è Luca Baratto che inquadra il clima di una settimana in cui si è lavorato alla bombatura e alla filettatura: «Credo che ciò che è stato offerto a questi liutai in cerca di una formazione a fianco dei maestri cremonesi è il privilegio di poter lavorare nella città che ha dato i natali a Stradivari — spiega —. Voi cremonesi non lo percepite, lo dico dopo 23 anni che vivo a Cremona. Io vengo da Valdobbiadene e poter lavorare qui non è come farlo a Milano, qui c’è un humus che non trovi da nessun’altra parte, qui puoi confrontarti con tanti colleghi. E dico di più, sarebbe bello che nel prossimo workshop potessero essere invitati a insegnare anche liutai che vengono da altre parti del mondo, sarebbe un’occasione per gli studenti come per la comunità liutaria cremonese».
«Ecco, questo hanno provato gli studenti del Conservatorio di Pechino: hanno potuto respirare il fascino di quella liuteria diffusa che si respira solo qui, non c’è altra città al mondo che abbia un così alto numero di botteghe. E questo al di là di presunti segreti da non rilevare. Forse è questo il segreto del nostro mestiere: essere in una città in cui si respira liuteria in tutte le sue forme, in tutte le sue molteplici varianti».
Questo pensiero di una città che si apre alla comunità internazionale della liuteria è accarezzato anche da Gaspar Borchardt che commenta: «Ho letto della settimana di workshop con i maestri cremonesi — afferma —. Mi piacerebbe che si pensasse a periodi di formazione intensiva anche per noi che stiamo a Cremona, magari invitando i grandi maestri della liuteria internazionale. Solo così si cresce».
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