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SESTO CREMONESE

Discarica a cielo aperto nel vecchio tratto della ex statale Paullese

Rifiuti abbandonati: la zona che attraversa il paese (ma non solo) sempre più teatro di inciviltà. L'agricoltore: "Voglio prendere una fototrappola"

Luca Luigi Ugaglia

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redazione@laprovinciacr.it

29 Agosto 2024 - 11:11

Discarica a cielo aperto nel vecchio tratto della ex statale Paullese

SESTO CREMONESE - Non è una novità, ma un’amara conferma: anche il vecchio tratto della ex statale Paullese che attraversa Sesto, in vari tratti, continua ad essere una discarica a cielo aperto. A rinvenire in questi giorni un’ingente quantità di rifiuti abbandonati molto probabilmente di notte dai soliti incivili, è stato un agricoltore del posto che ha subito bonificato l’area portando gli scarti alla piazzola per la raccolta degli ingombranti in paese.

SCOPERTA DEI RIFIUTI DURANTE IL SOPRALLUOGO AGRICOLO

«Facendo un sopralluogo preliminare per verificare la pulizia delle rogge per irrigare i nostri campi – spiega il coltivatore – abbiamo rinvenuto lungo una roggia asciutta di un tratto della vecchia Paullese a Luignano – un’enormità di robaccia: c’era di tutto, dagli addobbi natalizi alle scatole di alimenti tutti buttati alla rinfusa nel fosso, addirittura abbiamo trovato un contenitore pieno zeppo di piatti di cucina».

NUOVI RIFIUTI SULLA PROVINCIALE 56: UNA SITUAZIONE ALLARMANTE

Prosegue l’agricoltore: anche sulla provinciale 56 che dal centro abitato di Sesto porta sempre sulla Paullese abbiamo trovato un’altra sorpresa: un lastrone di lana di roccia e un foglio di cartongesso con vassoi di plastica; si vede che qualcuno ha fatto pulizia in casa e ha pensato di liberarsene alla svelta nella maniera più stupida possibile; per fortuna martedì era aperta la piazzola di Sesto dove abbiamo portato tutto, perché dovendo cominciare ad irrigare, trattandosi di fossi di scolo, ci servono puliti».

L'AGRICOLTORE DECIDE DI PRENDERE CONTROMISURE

Vuole prendere le sue contromisure, l’agricoltore: «Ho intenzione di prendere una foto trappola e posizionarla lungo la roggia perché sono stanco di dover lavorare per pulire; quest’inverno abbiamo trovato un rimorchio di rami di magnolia: si vede che qualcuno ha potato il giardino e ha deciso di gettare rami e foglie qui e un mese fa, durante degli scavi, abbiamo trovato schermi di pc e tv e un passeggino per i bambini. I responsabili di queste azioni sono degli idioti totali perché oltre a Sesto, ci sono isole e piattaforme ovunque nei comuni confinanti, come Paderno, Annicco e Grumello: basta avere un po’ di cognizione e invece continuiamo a trovare sacchi buttati nei fossi, che poi, con il primo temporale, l’acqua li porta dove c’è la tubazione e la ostruisce, poi cresce la vegetazione e non si vede nulla. Il risultato – conclude l’agricoltore – è che quando passiamo con il decespugliatore o quelli dell’amministrazione provinciale passano per pulire le strade con le loro attrezzature, trasformano tutto in coriandoli, che comunque è robaccia che inquina».

L'ABANDONO DEI RIFIUTI: UNA PIAGA CHE NON GUARISCE

Una ferita, quella dell’abbandono dei rifiuti, che continua a sanguinare perché fino a quando in giro ci saranno persone con il senno ridotto ai minimi termini il problema resterà. Ai responsabili, che quasi sempre rimangono ignoti (anche se in passato in qualche caso la polizia locale di Sesto, rovistando nei sacchi, è riuscita a risalire ai responsabili e a multarli) la salvaguardia dell’ambiente importa nulla o quasi.

SANZIONI PIÙ SEVERE PER CHI ABBANDONA I RIFIUTI

«Dovrebbero essere colti sul fatto e pagare sanzioni salatissime – afferma un residente – io spesso e volentieri faccio giri in bicicletta e mi capita di scorgere di tutto nei fossi, ma non si riesce mai a beccarli sul fatto perché sicuramente lo fanno di notte, quando in giro non c’è anima viva». Il guaio è che l’abbandono dei rifiuti da tempo è un reato che ha una rilevanza penale. Nell’ottobre dell’anno scorso è stato modificato il testo unico dell’Ambiente sostituendo, per l’abbandono di rifiuti in natura, la sanzione amministrativa da 300 a 3.000 euro con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. La pena è raddoppiata se si tratta di rifiuti pericolosi.

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