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LA CASALMAGGIORE CHE VORREI

Parola ai giovani: «Dateci i nostri spazi»

I punti di vista e le sensibilità dei ragazzi: ecco il giudizio sullo scenario presente e le istanze per il futuro. Luoghi di svago e di riflessione assenti, opportunità mancate e insoddisfazioni latenti

Jacopo Orlo

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redazione@laprovinciacr.it

25 Agosto 2024 - 09:24

Parola ai giovani: «Dateci i nostri spazi»

CASALMAGGIORE - Nel febbraio del 1970, un gruppo di giovani casalaschi denunciava «la crisi della città» attraverso le pagine di un giornale descrivendola come un «deserto». Nel 1962, una pubblicazione mensile titolava a caratteri cubitali: «Casalmaggiore, rassegnazione». Per gli autori di quegli articoli, la «piccola Venezia» di un tempo era «isolata», «povera di idee», «senza dialogo». A invocare il bisogno di una nuova prospettiva erano figure come Carlo Rotelli, Guido Sanfilippo, Paolo Bini, Massimo Araldi.

giovani

50 ANNI DOPO

Quasi cinquant’anni dopo, cosa è cambiato da allora in città? I giovani di oggi come vedono – e vorrebbero – la Casalmaggiore in cui vivono? Dove sono finiti i loro coetanei? Ecco allora il bisogno urgente di dare uno spazio di carta a quelle parole molto spesso invocate dagli adulti ma troppe volte mai abbastanza messe in pratica. Così è nato un colloquio a puntate con i giovani di Casalmaggiore, intervistando alcuni esponenti di diversi ambiti dai 18 ai 32 anni e cercando di riflettere insieme come vedono la propria città e i propri coetanei. Questa seconda parte (la prima è recuperabile online sul nostro sito) è arricchita da nuove interviste e amplia la prospettiva su nuove fasce d’età, riflessioni e proposte.

UN APPELLO COMUNE

In realtà distanti tra loro accanto nello spazio di una foto, questi volti infatti si interrogano, si propongono, si provocano. Per e tra di loro. Visioni parallele ma opposte, ventate di novità senza tuttavia perdere la rotta del mondo. In poche righe, ci dicono molto sullo stato della città e delle prospettive future. Ci offrono dai loro punti di vista e nelle diverse sensibilità, lo scenario presente e futuro di un territorio e della realtà. Da questa inchiesta emerge allora la mappa di una città – e di un’attualità – fatta di luoghi di svago e riflessione assenti, di opportunità mancate e insoddisfazioni latenti. Senza dimenticare i grandi temi contemporanei nascosti tra le parole: lo spettro del precariato e della frammentarietà dalle dimensioni diverse rispetto ai decenni passati; un conflitto generazionale sempre più aspro; i pregiudizi reciproci in grado di paralizzare ogni passo in avanti. Nelle loro interviste vedrete la retorica lasciare spazio a numerose richieste e intenzioni, ognuno secondo la sua personalità e sensibilità. Su una cosa tutti sono d’accordo: «ascoltateci», «ascoltiamoci».

Il servizio completo sul giornale La Provincia di oggi, domenica 25 agosto 2024

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