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L'ECONOMISTA CREMONESE 'SI CONFESSA'

Cottarelli: "La telefonata dal Quirinale? Pensavo fosse uno scherzo"

Presentazione a Ponte di Legno dell'ultimo libro 'Dentro il Palazzo', ricco di aneddoti e retroscena

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

24 Agosto 2024 - 15:29

Cottarelli: "Quando mi hanno chiamato dal Quirinale pensavo fosse uno scherzo"

PONTE DI LEGNO - Un super tecnico, il cremonese Carlo Cottarelli, 70 anni, per 25 al Fondo monetario internazionale, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, commissario per la spending review da ottobre 2013 a novembre 2014, quattro anni dopo, a fine maggio del 2018, chiamato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a guidare un governo tecnico nel momento più pericoloso per la Repubblica dai tempi della crisi finanziaria del 2011, senatore per otto mesi (ottobre 2022-maggio 2023), mandato da cui si è dimesso. E interista nel Dna.

La cronaca degli otto mesi da inquilino ("peon") di palazzo Madama e dei famosi quattro giorni su e giù dal Colle, Cottarelli la racconta in due sezioni (lato A e lato B) nel libro per Mondadori ‘Dentro il Palazzo’: cosa accade davvero nelle stanze di potere. ‘Pagine molto divertenti, ma anche molto deludenti’, per dirla con il giornalista del Corriere della Sera, Massimo Tedeschi, che ieri, nel palazzetto gremito di persone, a Ponte di Legno (Brescia), ha intervistato l’economista nell’ambito del festival culturale ‘Il Sentiero Invisibile’ (direttore artistico è Stefano Malosso).

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Si parte dal lato B. Strani intrecci del destino. Gennaio 2018. Il primo a proporre a Cottarelli di entrare in un Governo è Giuseppe Conte, lo stesso che prenderà il suo posto e a fine maggio farà davvero il Governo giallo-verde.

"Ricevetti una telefonata da parte di un tizio". Il ‘tizio’ era Giuseppe Conte, l’avvocato. Ma "il suo nome non mi diceva nulla". Cottarelli di Conte ne conosceva due: Paolo ("Da sempre lo amavo, sin dalle sue prime composizioni"), e Antonio ("Ne apprezzai il genio calcistico, quando, nell’anno seguente, divenne allenatore dell’Inter"). La telefonata, l’invito al Caffè Greco a Roma. Conte l’avvocato porta un messaggio di Di Maio. "Mi sembrava non arrivasse mai al punto, sinceramente non ricordo nulla di quanto mi disse … Non fui particolarmente colpito se non per la sua prolissità", spiega Cottarelli. Conte gli offre il posto di ministro dell’Economia nel prossimo governo. No grazie, non sono d’accordo con la vostra politica di bilancio. Dopo Conte, ci prova Berlusconi, che addirittura annunciò in tv di averlo arruolato. La sua smentita, garbata, all’Ansa.

Si arriva alle elezioni. I Cinque Stelle sono il primo partito, la Lega il terzo, i due provano a mettersi insieme. E si scelgono come premier proprio l’avvocato Conte. Che si presenta da Mattarella con la lista dei ministri. Sorge un problema al Tesoro, dove avrebbero voluto Cottarelli, ma c’è Paolo Savona, euroscettico. Non va bene.

I quattro giorni. Domenica 27 maggio: Cottarelli è a Cremona, deve terminare di correggere i compiti dei suoi studenti alla Bocconi. La settimana sarebbe stata piena di impegni. Prende il treno per Milano, arriva a casa, finisce la correzione dei compiti, il cellulare squilla: 06 e cinque numeri.

È la segreteria del Presidente della Repubblica Mattarella. "Ho avuto il dubbio che fosse La Zanzara, e penso: 'Faccio la figura del cretino'". Era davvero Mattarella che lo incarica di formare un governo tecnico. "Metto giù il telefono. Mi batte il cuore, chiamo mia moglie a Washington. Silenzio, poi mi dice: 'Vacanze rovinate. Ci si aspetta. Siamo orgogliosi di te'". Risate al palazzetto.

Palato cremonese, Cottarelli si cucina le lenticchie. Notte quasi insonne, Frecciarossa, ore 11 stazione Termini. Si aspetta un’auto blu che lo porti al Quirinale. "Macché. Forse una vendetta perché da commissario della spending review ha il taglio delle auto blu", ironizza Tedeschi. Solo un muro di giornalisti. La foto di Cottarelli con il trolley e lo zainetto in spalla ha fatto il giro del mondo (è la copertina del libro). L’economista accetta l’incarico, si mette subito al lavoro, nel pomeriggio torna al Colle con una lista di 13 ministri, 8 donne e sei uomini. Ma, racconta, "in quelle 24 ore era successo il pandemonio sui mercati finanziari". E poi, con un governo tecnico che non avrebbe avuto nemmeno la fiducia, lo spread sarebbe schizzato da 300 a 1.000. "Torno da Mattarella: dobbiamo fermarci e cercare di convincere i giallo-verde a trovare un compromesso". A fatica si arriva al compromesso: in luogo di Savona, il ministro Tria. Cottarelli rinuncia al mandato, Mattarella lo ringrazia: "La Repubblica è in debito con lei". "La frase mi ha inorgoglito, ma con tutto il debito pubblico (3 miliardi e mezzo) figuriamoci!", la sua battuta.

Lato A. "Fra tutti i problemi che identifico, spicca quello della crescente irrilevanza nel nostro Paese del potere legislativo rispetto al potere esecutivo, problema che sarebbe accentuato dalla elezione diretta del presidente del consiglio", Cottarelli spiega le storture del funzionamento della politica nelle stanze del potere in mano solo al Governo e alla maggioranza. L’opposizione ha le mani legate (nessun confronto, solo scontri). Ci sono molti aneddoti nel libro. Un esempio. A suo giudizio, "il Parlamento non dovrebbe essere coinvolto in misure di carattere amministrativo che potrebbero essere lasciate al Governo". E invece, Cottarelli racconta di quando, nei suoi otto mesi da senatore, è stato coinvolto ad esprimere un parere parlamentare per decidere quale programma televisivo dovesse essere abbinato alla Lotteria di Capodanno.

Una nota sui gruppi interparlamentari. Via mail il parlamentare viene informato e può decidere se aderire o no. A Cottarelli arriva la mail per aderire all’intergruppo ‘Amici di Diego Armando Maradona’, proposto da Francesco Maria Rubano di Forza Italia, "campano, ovviamente. Non so se sia mai sorto effettivamente. Io sono interista".

Le dimissioni da senatore. Cottarelli, un liberal democratico, non è più in sintonia con il Pd su alcuni temi. Calenda lo corteggia. "Sul cambio casacca no!". "Gliele hanno approvato al primo colpo per toglierla di mezzo?", ironizza Tedeschi. Mica facile dimettersi. Ma il peon Cottarelli aveva la giustificazione perfetta. "L’idea di dimettermi nasce dall’offerta ricevuta dall’università Cattolica di Milano di andare a dirigere il nuovo programma di educazione per le scienze economiche e sociali (Peses) rivolto alle scuole superiori di tutta Italia. Il programma comprende la visita in almeno 150 istituti superiori, garantendo una presenza di personalità di altissimo livello. Nel campo dell’economia, del diritto e della comunicazione". Nelle 160 scuole è andato tra gli altri, con Draghi, Cassese, la Cartabia.

Astensionismo: la ricetta dell’economista per riportare la gente a votare si articola in 14 proposte. Tra queste, "rendere obbligatoria nei programmi elettorali l’indicazione di come le promesse saranno rifinanziate". Si tratta della legge Cottarelli: per aumentare la trasparenza in campagna elettorale si dovrebbe spiegare come coprire le spese. E invece, "promesse da marinai".

Premierato: "Una eccessiva concentrazione di poteri preoccupa. Quando una persona riceve troppi poteri, si monta la testa, prende decisioni avventate che pagheremmo solo noi".

Lunghi applausi, la fila per il firmacopie. Un successo.

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