L'ANALISI
21 Agosto 2024 - 05:20
CASALETTO DI SOPRA - La maxi rissa a sprangate e colpi di fucile che ha scosso Casaletto di Sopra nella serata di domenica lascia strascichi pesanti all’interno della comunità indiana. Perché risultano tutti originari del Panjab gli uomini — una ventina — coinvolti nel feroce regolamento di conti in cui è rimasto gravemente ferito un 37enne.
REAZIONE DELLA COMUNITÀ SIKH LOCALE
I principali esponenti della comunità sikh locale condividono la loro opinione sull’accaduto, chiedendo però l’anonimato per tutelarsi da possibili ritorsioni. Perché l’esplosione di violenza — l’ennesima, in provincia di Cremona — alimenta la paura. «Avevamo già tentato una riappacificazione prima dell’escalation. Sembrava che avessero capito — afferma uno dei leader religiosi —. I vari tentativi ribadiscono l’impegno per il raggiungimento della non violenza e della pace all’interno della comunità». La preoccupazione è profonda in tutto il territorio e i sikh rinnovano il loro appello al dialogo e al rispetto reciproco come pilastri della convivenza. «I ragazzi giovani, molte volte, presi dalla foga del momento, non ragionano prima di agire — specifica uno dei portavoce della comunità religiosa —. È l’ennesima volta che vediamo queste situazioni sfuggire di mano. Siamo davvero molto preoccupati per le famiglie».
L'IMPEGNO DEI TEMPLI SIKH PER LA NON VIOLENZA
Già da tempo i templi sikh hanno provato ad affrontare la grave piaga sociale: qualsiasi disputa va trattata proprio al tempio, alla presenza dei principali esponenti religiosi. La sacralità del luogo permette di placare la violenza e moltiplica le possibilità di trovare un accordo pacifico. «I nostri profeti religiosi — dichiara un altro dei leader — hanno da sempre insegnato ad amare e rispettare il prossimo. Che cosa si ottiene prendendo a sprangate gli altri? Venite qui e ne parleremo in tranquillità».
PROBLEMI SOCIO-ECONOMICI TRA I GIOVANI
Molti di coloro che ricoprono cariche rilevanti all’interno dei templi si sono espressi sulla difficoltà nel gestire i risvolti sociali più problematici. E, oggi, sottolineano in particolare la noncuranza di alcuni giovani riguardo ai permessi di soggiorno a durata determinata: «Preferiscono difendere il proprio orgoglio, perdendo così la documentazione necessaria per restare in Italia». E poi spiegano: «È difficile invitare i ragazzi al tempio perché lo vedono soltanto come un luogo religioso. Teniamo a precisare che si tratta anche di un punto di ritrovo della comunità, dove ci si può confrontare in modo costruttivo su qualsiasi argomento. Purtroppo, questi episodi di violenza vanno a intaccare la nostra reputazione, guadagnata con sudore e anni di duro lavoro dalla prima generazione di immigrati panjabi negli anni Novanta. Tutti noi veniamo dal Panjab in cerca di migliori opportunità di lavoro e di vita. I giovani dovrebbero concentrarsi sul lavoro e la propria crescita personale invece di difendere il finto orgoglio e l’onore delle famiglie».
APPELLO ALLE FUTURE GENERAZIONI
Uno degli esponenti, quindi, aggiunge: «Dovrebbe essere compito delle prossime generazioni creare un ponte tra la comunità panjabi e quella italiana con l’intento di far crescere ancora di più il territorio che ci ha accolti a braccia aperte. Pensavo a un futuro diverso, con ragazzi dal senso civico impeccabile verso la collettività e la quiete pubblica, ma purtroppo sta accadendo l’esatto opposto».
MESSAGGIO DI UNITÀ E COESIONE
Dalle voci dei principali esponenti della comunità sikh emerge un chiaro messaggio di unità e condanna della violenza. Tutti i leader interpellati chiamano in causa l’importanza della risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo e la comprensione reciproca, richiamando i membri della comunità a mantenere la pace e a lavorare insieme per il bene comune. «È fondamentale — concludono — che il polo indiano sul suolo italiano rifletta su quanto accaduto e che scelga la via della coesione, affinché episodi simili non si ripetano in futuro».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris