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CREMONA. SCUOLA

In aula a ottobre: i presidi sono scettici

La proposta, legata ai cambiamenti climatici, lascia perplessi. «Non c’è necessità»

Claudio Barcellari

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20 Agosto 2024 - 05:15

Scuola, campanella per 5,6 milioni studenti

CREMONA - Countdown per l’inizio delle scuole, ma c’è chi immagina di procrastinare, tirando indietro il cronometro di un paio di settimane: non settembre, ma ottobre. La richiesta viene dai sindacati, ed è stata indirizzata al ministro Valditara. Dietro, c’è una costellazione di motivazioni: sopra tutte, il caldo eccessivo. A causa dei cambiamenti climatici, il mese di settembre assomiglia sempre di più al mese di giugno. Perché tormentare studenti e insegnanti cominciando il 12, rinchiudendoli in un’aula rovente senza condizionatore? Altro problema è la lentezza delle nomine di insegnanti supplenti, che iniziano alla fine di agosto. Si teme che, per il 12 di settembre, alcuni alunni possano trovarsi a far lezione da soli. Insegnante non pervenuto.

L’idea di iniziare a ottobre è buona, forse, nel principio; il difficile è passare alla pratica. Alcuni dirigenti delle scuole di Cremona hanno commentato la proposta con perplessità.

«L’inizio delle scuole a ottobre – spiega Simona Piperno, dirigente dell’IIS Arcangelo Ghisleri – prevederebbe anche attività di recupero e riallineamento da metà settembre. Non tutti gli alunni, però, hanno bisogno di recuperare. Meglio sarebbe, parallelamente ai corsi di recupero, introdurre corsi di potenziamento, per coinvolgere tutti. Ma in questo caso si porrebbe un problema di spazio».

Il tema delle aule e degli spazi ridotti avrebbe già pesato, in alcune scuole cremonesi, anche con le attività di recupero finanziate dal Pnrr. «È vero che andiamo incontro ad un ridimensionamento della popolazione scolastica, ma il problema delle aule è attuale. È opportuno che la scuola inizi a metà settembre».

Fissando la partenza ad ottobre, si rischierebbe forse di stravolgere il calendario scolastico. «Se iniziamo a ottobre – dichiara Nicoletta Ferrari, dirigente dell’Istituto Einaudi – potremmo essere costretti a finire a ridosso di luglio. Mi sembra anche peggio, dal punto di vista climatico. Ogni proposta va vagliata in termini di fattibilità».

All’Einaudi, anzi, qualche alunno inizierà a frequentare la scuola ben prima del 12: la scuola ha programmato attività di recupero che partono il 2 settembre e continuano per tutto il mese. «I corsi, finanziati dal Pnrr, sono per i ragazzi che accedono al primo anno – ha spiegato Ferrari – e servono a fissare le competenze di base. Sono, ovviamente, opzionali. Proseguono fino a ottobre».

Non sarebbe la prima volta che il tema viene discusso. «La proposta di iniziare ad ottobre – spiega Alberto Ferrari, dirigente scolastico del Liceo Aselli – ritorna spesso. Ma non ve n’è necessità, anche perché la scuola, ormai, ha i suoi ritmi, che sono difficili da scardinare. I problemi delle scuole sono altri rispetto alla situazione climatica: servirebbe, semmai, più attenzione all’adeguatezza delle strutture».

Caldo a parte, il rischio che alcune classi si ritrovino a settembre senza insegnante è concreto. «Il tema dei posti sembra irrisolvibile – conclude Ferrari – in molti istituti. Fortunatamente, gli insegnanti vedono l’Aselli come un punto di arrivo: difficile che un titolare di cattedra se ne vada. Ci sono alcuni posti liberi ma legati a pensionamenti dell’ultimo minuto. Le cattedre in difficoltà sono poche, ma siamo un’eccezione. Dovremmo riuscire a governare queste situazioni con le supplenze che saranno assegnate nei primi giorni di settembre».

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