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ECONOMIA LOCALE SOTTO LA LENTE

Più telefoni meno abiti: saldi in caduta libera

L’indagine di Confcommercio sui consumi vede crescere i prodotti tecnologici

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

19 Agosto 2024 - 05:30

Più telefoni meno abiti: saldi in caduta libera

CREMONA - L’allarme consumi scoppia in piena stagione di saldi estivi, che evidentemente non sono più l’Eldorado del commercio. Mentre trascorrono le ultime settimane di sconti, fra chiusure ferragostane e attesa per lo sbaracco, un’indagine di Confcommercio nazionale mette il sigillo su un inesorabile cambiamento nei consumi degli italiani, che ovviamente riflette anche quel che accade in provincia di Cremona: telefoni e tecnologia sono al vertice dei consumi nel Bel Paese insieme a mobilità e vacanze.

I DATI PRINCIPALI SULL’ANDAMENTO DEI CONSUMI IN ITALIA


«Dallo sguardo sui consumi delle famiglie negli ultimi trent’anni continuano a spiccare il boom dei telefonini - +6.500% è l’aumento della spesa pro capite in termini reali - e il fortissimo aumento dell’acquisto di Pc e prodotti audiovisivi e multimediali, per i quali la crescita è stata del 962% — si legge nella nota diramata da Confcommercio —. Si nota anche, all’interno del comparto del tempo libero, la netta crescita della spesa per servizi ricreativi e culturali, a +90%». Sono questi i dati principali che emergono da un’analisi realizzata dell’Ufficio Studi di Confcommercio per il periodo 1995-2024, «ai quali fanno da contraltare i segni meno che appaiono davanti ai consumi di prodotti tradizionali come alimentari e bevande (-10,6%), abbigliamento (-3,9%), mobili ed elettrodomestici (-3,5%). E di elettricità e gas (-16,6%), anche per effetto della riduzione degli sprechi e alle politiche di risparmio energetico adottate negli ultimi anni. In termini assoluti, la spesa per consumi è stata, nel 2024, di 21.778 euro pro capite, ovvero nuovamente in aumento e sopra i livelli raggiunti prima dello scoppio della pandemia, anche se sotto i livelli di picco del 2007 (138 euro in meno) — si legge sempre nella nota —. Dal 1995 ad oggi, insomma, sono i consumi connessi al tempo libero che continuano a lievitare, a scapito di quelli di prodotti e servizi tradizionali. Con la parziale eccezione delle spese che vanno nella filiera turistica, come viaggi e vacanze, pasti e consumazioni fuori casa, in recupero negli ultimi anni con continui record di presenze, ma ancora leggermente inferiori ai livelli pre-pandemici».

LE RIFLESSIONI SUL CAMBIAMENTO

ancesti


«L’indagine condotta dal nostro Centro Studi fornisce un chiaro segnale del trend dei consumi del decennio e dell’ultimo anno: quelli legati al tempo libero e al turismo hanno contribuito e contribuiranno significativamente alla crescita — commenta Stefano Anceschi, direttore generale di Confcommercio Cremona —. Nello specifico, i consumi legati al mercato telefonia e tecnologia e quelli per servizi ricreativi e culturali hanno avuto uno sviluppo importante soprattutto se confrontanti con i dati dei consumi dei prodotti tradizionali: alimentari, bevande, abbigliamento, mobili ed elettrodomestici che hanno registrato tutti un trend negativo». Calando la fotografia nazionale sul contesto locale, Anceschi osserva: «Come Confcommercio provincia di Cremona riceviamo dalla nostra base associativa sensazioni decisamente in linea con i dati nazionali e continuano a ribadire la nostra preoccupazione — spiega —. La nostra economia provinciale è ancora incerta, nonostante deboli segnali di ripresa che si sono sviluppati a macchia di leopardo per alcune zone del nostro territorio o in alcuni periodi dell’anno, soprattutto in concomitanza di eventi e/o manifestazioni che hanno aiutato il commercio di vicinato. Per i prossimi mesi auspichiamo che la stabilità dell’occupazione, la riduzione dell'inflazione e la completa attuazione della riforma fiscale possano dare una spinta importante per sostenere redditi e consumi».

CALO DEI SALDI ESTIVI: ANALISI E PROSPETTIVE

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Marco Stanga, responsabile del settore moda e abbigliamento di Confcommercio Cremona, partendo dalla ricerca sui consumi delle famiglie riporta la riflessione sull’esito dei saldi, ormai agli sgoccioli, riprendendo un dato che segna a livello nazionale «un calo sui saldi d’estate pari all’8% — racconta —. Si tratta di un dato preoccupante e che interessa, in particolar modo, il comparto della moda e dell’abbigliamento che ha nei saldi il suo momento di riscatto. Un riscatto che non c’è stato per le più diverse motivazioni: il costo della vita, gli aumenti generalizzati, ma anche il gran caldo delle ultime settimane che hanno scoraggiato gli acquisti. Ora lo sguardo degli operatori è proiettato verso settembre, nelle speranza che, con l’autunno e le nuove collezioni, si possa pensare a una sorta di ripresa dell’intero settore. La chiusura di questa estate sarà affidata al fine settimana dello Sbaracco, un modo per offrire alla clientela un’opportunità per fare qualche acquisto su rush finale di questa estate che si è aperta piovosa e si è chiusa con temperature tropicali».


Poi Stanga declina il dato di crisi della stagione delle occasioni guardando alla ricerca di Confcommercio nazionale: «Certo, il calo dell’8% sui saldi rispecchia quanto messo in evidenza dalla ricerca nazionale di Confcommercio sul cambiamento delle abitudini dei consumatori. Se la tecnologia, in tutte le sue forme, la fa da padrona, non è da meno il comparto di viaggi e vacanze, che dal 1995 al 2024 è passato dal 2,3% al 3,3%, un aumento di un punto percentuale che, se legato a quello di oltre un punto percentuale del settore mobilità e comunicazione, si rispecchia nel calo subito dal settore abbigliamento passato dal 7,6% del 1995 al 4,1% di quest’anno, con un calo progressivo. Dobbiamo cercare di muoverci in questo non facile contesto di cambiamento delle priorità di consumo».

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