L'ANALISI
15 Agosto 2024 - 09:00
CASALMAGGIORE - Il Torrione, resto dell’antica fortificazione risalente al secolo XI, quando Casalmaggiore era dominio degli Estensi, è tornato a splendere. Martedì sono state infatti tolte le impalcature che lo coprivano alla vista in seguito ai lavori di risanamento conservativo avviati due anni fa dalla ditta Lares Lavori di Restauro di Venezia, che si è aggiudicata l’intervento programmato dal Comune per un costo complessivo di 1.226.067,84 euro, coperti integralmente da un contributo di un milione e mezzo di euro dello Stato, grazie alla candidatura del progetto di recupero, nel maggio 2016, alla misura denominata «Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati» istituita dal Governo Renzi.
«È una felicità vedere il Torrione ben sistemato e sicuro - commenta il sindaco Filippo Bongiovanni -, era un obiettivo che ci eravamo posti nel 2014 e che vede la luce. Adesso dobbiamo completare i lavori all’interno. Poi parteciperemo a bandi per gli allestimenti». Il primo cittadino aggiunge che «in particolare i lavori vanno fatti anche all’esterno, nei locali verso il magazzino Aipo. Una previsione precisa sulle tempistiche di conclusione delle opere ancora non c’è».
Intanto, comunque, è stato fatto un passo atteso da tanto tempo. Fino a circa la metà del 1900 l’edificio fu carcere mandamentale. Poi, per alcuni anni, sede e laboratorio del Centro Casalasco di Studi Paletnologici, attivo a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. La costruzione, che si trova in fronte all’argine maestro, è ciò che rimane del «Castel Nuovo», l’antica fortificazione edificata tra il XV e il XVI secolo sui resti di una precedente cinta difensiva risalente all’XI secolo.
L’originale torre merlata è la sopravvivenza di un complesso di opere che dovevano proteggere il centro abitato dall’azione erosiva del fiume e dalle conseguenze delle frequenti piene. Nella prima metà del Cinquecento il Torrione aveva la funzione di porta d’accesso alla struttura fortificata, nel Seicento era già stato adattato a torre di presidio del quartiere militare allestito nel frattempo all’interno delle mura. Una destinazione d’uso — quella militare — che avrebbe sostanzialmente conservato fino alla prima metà del Novecento quando era ancora adibito a carcere. Quanto alla destinazione futura, il sindaco ha ipotizzato che possa essere usato come punto di accoglienza turistica.
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