L'ANALISI
03 Luglio 2024 - 10:40
Matteo Piloni, Vittore Soldo e Gianni Rossoni
CREMONA - Non sono nemmeno dieci giorni che la politica locale si è lasciata alle spalle la tornata elettorale delle amministrative che già fervono i preparativi in vista del voto di fine settembre per il rinnovo del Consiglio provinciale. L’ente, oggi presieduto dal sindaco di Dovera Paolo Mirko Signoroni, viene rinnovato con un’elezione di secondo livello: a votare non saranno cioè i cittadini a suffragio universale, ma gli amministratori locali (consiglieri comunali e sindaci di tutto il territorio provinciale). In questo senso le elezioni amministrative che hanno interessato 87 dei 130 comuni della provincia potrebbero definire nuovi equilibri, peraltro di difficile definizione visti i confini sfumati tra centrodestra e centrosinistra i molti piccoli comuni.
«Non è il momento di fare i conti con il bilancino — commenta il consigliere provinciale del Partito democratico Matteo Piloni — mancano tre mesi alle elezioni di un ente tanto importante quanto in difficoltà a pesare nel rapporto con istituzioni sovraordinate come regione Lombardia e governo. Il tema è politico». Il consigliere regionale dem lancia un messaggio alle altre forze politiche, in particolare al centrodestra: «Credo che i tempi siano maturi per farsi carico insieme di un lavoro per rafforzare il nostro territorio». Si delinea dunque l’ipotesi di una candidatura unica? «Lo deciderà la segreteria provinciale nei prossimi giorni».
Quel che è certo è che il centrosinistra può contare sulla ricca dote di consiglieri di Cremona e Crema, oltre che di diversi piccoli comuni. «Potremmo andare alla conta con il centrodestra e probabilmente avremmo la maggioranza, ma ha senso vivere questo appuntamento elettorale come una sfida? Io credo che al territorio serva una voce compatta per affrontare le priorità del territorio». Che per Piloni sono chiare: c’è il nodo infrastrutturale, quello economico-sociale «sul quale vanno date risposte per un territorio che invecchia» ed infine la questione ambientale, «da affrontare seriamente».
Uno spirito condiviso dal segretario provinciale dimissionario Vittore Soldo che spiega come «la filosofia alla base della legge Delrio è che le province dovessero diventare la casa dei comuni. In questo senso una candidatura unitaria risponde bene alle esigenze di un territorio in cui un ente provinciale forte può aiutare i singoli comuni, al di là del colore politico, ad affrontare sfide sempre più spesso fuori dalla loro portata».
Uno dei nomi che circolano con maggior insistenza in questo senso è quello del sindaco di Offanengo e presidente dell’area omogenea cremasca, Gianni Rossoni. L’ex vicepresidente e assessore regionale della giunta Formigoni, potrebbe essere in pole per il centrodestra e risulterebbe gradito anche ai dem che però, per ora, non si sbilanciano sui nomi. D’altronde però lo stesso Rossoni al momento si dice non interessato: «Nessuno me lo ha chiesto. Il tema vero non sono i nomi ma il ruolo e il futuro delle province che negli anni sono state svuotate di competenze e risorse. Credo invece che gli enti intermedi siano un presidio di democrazia fondamentale da difendere». Intanto Rossoni ha partecipato, nella serata di ieri, ad una riunione di sindaci a Cremona e chissà che qualche qualche proposta in quella sede non sia arrivata.
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