L'ANALISI
14 Agosto 2024 - 05:20
Roberto Iotta in una scena di NeroBuio, corto che ha interpretato e scritto
CREMONA - Dietro al banco della gastronomia che gestisce col padre fra insalate russe, marubini, lessi e specialità cremonesi, Roberto Iotta non demorde e persegue – nel tempo libero – la sua passione: fare cinema, fare l’attore. «Il mio lavoro è qui – dice -, ma alle passioni non ci si può opporre e la voglia di fare l’attore, paradossalmente, è cresciuta col tempo e con gli anni. Sarà che il traguardo dei cinquanta ti fa fare più di una riflessione». Anagrafica a parte, Roberto Iotta non solo ci crede, ma si è scoperto, oltre che attore anche sceneggiatore e regista di corti. Ed è notizia di questi giorni – che il diretto interessato comunica via Instagram – che il suo corto Labirinto rosso è stato selezionato al Madrid International movie awards.
«Sono segnali che mi inducono ad andare avanti, anche se so che non è una strada facile e che per ora tutto deve limitarsi a, credo, un onesto dopolavoro, ma con una determinazione da professionista». La strada è segnata dalla gastronomia di famiglia, ma il desiderio di mettersi alla prova col palcoscenico prima e poi con il cinema arriva da lontano. «Se proprio dobbiamo trovare un’origine non posso che pensare alla mia maestra delle elementari, la maestra Uliana, grande appassionata di dialetto — racconta —. È stata lei a instillarmi il piacere non solo per il nostro vernacolo, ma anche per la recitazione».
Come sempre si semina nel terreno fertile dell’infanzia, età dei sogni e del tutto potenzialmente possibile, ma poi i frutti arrivano tardi e per certi versi inattesi. Inattesa è stata la via del cinema, per quanto sempre accarezzata. «Dopo una formazione teatrale, dopo aver recitato nella compagnia delle Ortighe e aver collaborato con Milena Fantini e gli Amici del dialetto cremonese ho sentito la necessità di provare la strada del professionismo – racconta -. Così mi sono iscritto a due piattaforme per Rb-casting ed E-Talente. Per partecipare è necessario mandare dei piccoli contributi video con testi autoprodotti o con brani d’autore. Mi sono reso conto, producendo questi materiali per i due portali, che c’era margine per fare di più».
Qui gli si illuminano gli occhi, perché quell’intuizione è diventata una piacevole ossessione: «Ho cominciato quindi a penare a qualcosa di più compiuto, a una storia da raccontare che stesse in pochi minuti e non solo un pezzo da recitare – prosegue -. Così è nato il primo corto Labirinto rosso l’anno scorso che mi ha fatto vincere il premio come miglior attore al Rome International movie awards e ha portato il corto ad essere selezionato anche al Quartieri Spagnoli Film Festival di Napoli». Siccome l’appetito vien mangiando, Iotta si è buttato e in questo anno ha prodotto altri due corti: Occhi Rossi facendosi affiancare da Anna Bruzzi, Oriella Bonvini, Anna Amadei oltre che dai figli e la moglie, corto che ha ottenuto le nomination come miglio cortometraggio e migliore sceneggiatura al Quartieri Spagnoli film festival.
E sempre quest’anno ha realizzato Nerobuio insieme alla moglie Ester, a Graziella Giussani e Nicole Santini. «Tutti i corti sono caratterizzati dalle musiche originali composte appositamente da Paolo Catelli – specifica -. La cosa curiosa è che tutti e tre i lavori affrontano il tema dei difficili rapporti familiari, un’indagine nel profondo delle relazioni che si tinge di noir e di thriller. In attesa di una scrittura che mi auguro prima o poi arrivi, mi sono scoperto sceneggiatore e regista. Il cinema mi piace e mi sta dando soddisfazioni. So che non è facile, ma sono determinato a perseguire la mia passione: fare l’attore». Ma il tempo della pausa caffè è scaduto ed ora Robetto Iotta torna dietro il bancone a servire marubini e lessi, sognando una vita da attore.
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