L'ANALISI
12 Agosto 2024 - 05:30
L'assemblea del 25 maggio scorso
CREMONA - Non c’è pace alla Baldesio, dove si è passati dalle divisioni sui bilanci agli insulti e infine alle carte bollate. È storia recente: da una parte il socio Alberto Corazzi, convocato dai probiviri della società e chiamato a render conto delle sue affermazioni, e dall’altra presidente e Consiglio direttivo, tutti querelati per diffamazione dallo stesso Corazzi. Il suo avvocato Tomaso Pisapia ha depositato alla Procura del Tribunale di Cremona una querela contro il Consiglio direttivo «in relazione alle espressioni riportate sulle magliette indossate dai consiglieri in data 25.5.2024, per il reato di diffamazione ai sensi dell’articolo 595 del Codice penale».
Nel mirino ci sono il presidente Alberto Guadagnoli e i consiglieri Matteo Monfredini, Lorenzo Fumagalli, Giancarlo Romagnoli, Andrea Rossi, Riccardo Gualazzi, Fabio Mirri, Federico De Stefani e Stefano Sivelli.
A maggio la dirigenza della Baldesio, capitanata da Guadagnoli, aveva portato in assemblea il bilancio: sul tavolo c’erano i conti del 2023 e quelli, preventivi, del 2024. Entrambi sono piaciuti alla grande maggioranza dei soci, il 75% dei quali ha applaudito al lavoro svolto e ai progetti futuri: i bilanci hanno viaggiato sui 400 voti favorevoli. Il disappunto è scoppiato quando, al termine della votazione, i componenti del Consiglio hanno indossato una maglietta provocatoria, recante una frase di Totò liberamente interpretata: «Dove l'ignoranza urla, l'intelligenza tace. È una questione di stile: signori si nasce, str...i pure».
È scoppiata subito la polemica, soprattutto tra l’irriducibile 25% di 'contras'. Tra gli indignati, la voce più accanita è stata quella di Corazzi, che già da tempo aveva esternato le sue perplessità sull’operato del team Guadagnoli. Corazzi ha inviato una Pec al Consiglio chiedendone apertamente le dimissioni, lamentando che «i soci, che non si riconoscono in simili comportamenti, hanno il dovere di salvaguardare il buon nome della loro Baldesio».
Il 17 luglio, il Consiglio ha risposto presentando un esposto, come ha raccontato Corazzi, «per presunti comportamenti contrari al buon andamento della associazione». Corazzi è stato poi convocato dai probiviri con una lettera che lo invitava a presentarsi per dare conto delle contestazioni ricevute dal Consiglio.
La battaglia sta causando una certa impressione tra i soci della Baldesio. «Il dissenso e le critiche di un socio rispetto all’attività del Consiglio direttivo, esulano dai procedimenti disciplinari», si è giustificato Corazzi. «Sono pronto a difendermi dalle false accuse e da eventuali infondati provvedimenti con conseguente richiesta di risarcimento per gravi danni morali. Sono vittima di un piano prestabilito e mal congegnato che ha l’obiettivo di sospendermi dalla società».
E la polemica si trasforma in un braccio di ferro, muro contro muro. Interpellati, il presidente Guadagnoli e i consiglieri hanno preferito non pronunciarsi.
Corazzi ha detto, da parte sua, di voler attendere l‘intervento delle autorità: «Lasciamo che adesso di questa vicenda se ne occupino gli organi competenti. Certamente posso confermare che continuerò ad offrire alla Baldesio, come ho sempre fatto, il mio contributo di socio che ha a cuore solo gli interessi della Canottieri Baldesio e quindi di tutti i suoi soci».
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