L'ANALISI
05 Agosto 2024 - 17:02
Una manifestazione degli esodati del Superbonus 110%
CREMA - Novità per le sessanta famiglie cremasche coinvolte nella vicenda Casa Zero, relativa al Superbonus 110%. Alcune di queste, che si erano affidate al general contractor veneto per l’efficientamento energetico delle loro villette, sono rimaste coi lavori a metà, mentre altre non li hanno addirittura mai visti iniziare. Nonostante questo, il loro cassetto fiscale è stato movimentato dal general contractor, che ha usufruito dei benefici fiscali senza realizzare l’intervento.
Nel processo in corso a Treviso, il pubblico ministero Massimo De Bortoli ha avanzato al tribunale la richiesta di archiviazione solo per i privati, in quanto la truffa non sarebbe verso di loro ma verso lo Stato.
I crediti ceduti sono tecnicamente inesistenti per cui il problema lo avrebbe semmai chi ha ‘acquistato il credito’, ovvero le banche.
Se la richiesta dal pm fosse accolta dal giudice, le famiglie che si sono affidate a Casa Zero sarebbero al riparo da eventuali pretese dell’Agenzia delle entrate, che comunque ancora non si è pronunciata sulla vicenda. In ogni caso, le famiglie potrebbero costituirsi parte civile all’interno del processo penale in corso, per chiedere il risarcimento del danno per mancato guadagno, ovvero per aver perso l’opportunità di usufruire del Superbonus. Non solo, qualcuno ha presentato querela per lamentare i danni diretti subiti dal comportamento di Casa Zero, come ad esempio il cambio degli infissi (quelli vecchi rimossi e quelli nuovi mai installati), operazione sugli impianti di riscaldamento o il rifacimento del tetto, solo per fare alcuni esempi.
A conclusione del processo, se Casa Zero sarà condannata, le persone (in totale più di un migliaio) che si erano affidate alla società trevigiana potranno chiedere il risarcimento alle assicurazioni dei professionisti per infedele asseverazione e certificazione del credito.
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