L'ANALISI
01 Agosto 2024 - 17:22
CREMA - Parla di «occasione persa per il turismo cittadino e di conseguenza anche per le attività commerciali» il consigliere di Fratelli d’Italia Beppe Torrisi. E fa riferimento al «no» del Comune al passaggio nelle vie della Ztl delle auto d’epoca della ‘200 miglia di Cremona’, in programma a ottobre. Per il momento non ci sono dichiarazioni ufficiali sulle motivazioni alla base del diniego, da parte degli esponenti della giunta.
Nella risposta che l’ufficio relazioni con il pubblico ha inviato nelle scorse settimane ai promotori della manifestazione, in particolare al presidente Cavec Claudio Pugnoli, si legge: «L’amministrazione comunica che non è possibile concedere il controllo a timbro in piazza Duomo in quanto si conferma la volontà di non consentire il transito in zona Ztl, assunta in passato. In prima battuta si propone piazzale delle Rimembranze. Nel caso in cui questa operazione non venisse considerata soddisfacente dagli organizzatori, si propone piazza Aldo Moro».
I promotori, però, puntavano a transitare da piazza Garibaldi per poi salire in piazza Duomo passando per via Mazzini e uscire infine da via XX Settembre. Ma in Comune hanno optato per mantenere la coerenza degli accessi della Ztl. «Teniamo conto che città come Cremona, Lodi, Piacenza ed altre si sono adoperate a favore del transito e sosta dell’illustre iniziativa motoristica, così come la città metropolitana di Milano che periodicamente autorizza la sfilata sulla passerella di piazza Duomo del Rally di Montecarlo Historique — sottolinea Torrisi — valorizzando in questo modo il patrimonio culturale delle auto d’epoca, in quanto aiutano a conoscere e approfondire storia, usi e costumi dei vari Paesi. Invece, da questa scelta, capiamo quanta strada debba ancora percorrere l’attuale amministrazione comunale, affinché possa definirsi progressista, ecologista, inclusiva, partecipativa e solidale, a differenza delle altre città citate, tutte amministrate da governi di sinistra».
Per l’esponente di Fratelli d’Italia c’è anche l’aggravante di un mancato riconoscimento della storia della città. «Crema era una città di pendolari, tanti operai e impiegati si recavano per lavoro alle grandi fabbriche come l’Innocenti e l’Alfa Romeo — conclude —: di conseguenza nel tempo, si è creato un legame con le auto costruite e che oggi sono diventate storiche. Non dimentichiamo che a Crema vi è una grossa tradizione motoristica sia di gruppi privati di appassionati di veicoli storici sia di numerose associazioni importanti come il Moto club cittadino ed altre con vocazione fuoristradistica, che spesso si impegnano in raduni o escursioni con partenza dalla nostra città. Mi viene da pensare: il diniego dell’amministrazione è forse ancorato a demagogie legate al green deal o semplicemente a una forma di provincialismo bigotto?».
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