L'ANALISI
30 Luglio 2024 - 05:15
Pizzetti e Portesani
CREMONA - Sorpreso di domenica, proprio nel giorno che i nostalgici del calcio di una volta ancora santificano alla partita a dispetto della modernità asfissiante dello spezzatino, Alessandro Portesani va in contrasto di lunedì. Ed è un tackle feriale aggressivo fin dall’inizio, affondato con i tacchetti a sei da campo bagnato e con il coraggio che serve a chi deve rimontare uno zero a tre, quello che oppone alle finezze festive di Luciano Pizzetti. È sempre più incandescente, il derby della politica: scontro ruvido sulla giunta ombra.
«Un pregio che non difetta a Luciano Pizzetti è quello dell’ambizione: dopo essersi auto richiamato, dalla pensione d’oro di parlamentare, alla vita politica cittadina, sebbene il Pd non ne sentisse il bisogno, ora tenta un ulteriore balzo. Farsi capo indiscusso anche dell’opposizione. Decidendo i modi, le espressioni, le attività e il sistema di comunicazione. Impugna la vecchia matita da maestrino e inizia a sottolineare le sgrammaticature».
La prima, rimarcata in blu dal presidente del consiglio comunale, faceva riferimento al suo ruolo istituzionale: «Il consigliere Portesani ha inserito nel suo gioco delle ombre anche la Presidenza del consiglio comunale, ma è una seria sgrammaticatura associare i due ruoli istituzionali. L’esercizio del controllo, l’iniziativa di proposta, esercitare con dignità la rappresentanza sono fondamentali nella democrazia locale. Ma anche la distinzione delle funzioni lo è» aveva iniziato il suo attacco Pizzetti.
La replica è velenosa: «Rimprovera alla nostra lista di voler monitorare anche il suo lavoro. E perché? Forse per lui non vale. È sopra la legge? Evidentemente pensa di reggere le sorti della politica come un Giove qualsiasi, da una nuvola dell’Olimpo. Intoccabile. E mentre è intento a usare il lapis, non vede le sgrammaticature del suo sindaco Virgilio, che ha rinnovato incarichi su incarichi, tutti con tanti soldi, ad amici degli amici in piena campagna elettorale. Tutto regolare eh… ma di certo inopportuno. C’è poi la questione dei ‘punti di intesa per il bene della città’. Questo concetto per Pizzetti è un comodo e furbesco paravento. Per lui, il bene della città corrisponde alla sua gestione del potere e a quello del suo gruppo. È così da 30 anni. Ci chiede collaborazione, ma deve sapere che in un sistema maggioritario come quello delle amministrative e dei ballottaggi, chi vince governa e chi perde controlla. Ma a lui non va bene. Perché è il massimo esponente della ‘marmellata’ politica cremonese, dove lui decide. Desidererebbe un’opposizione che faccia solo finta di mugugnare, dove lui possa premiare i singoli con un biscottino consolatorio. Stia sereno: questo paradigma con noi di ‘Novità a Cremona’ non funziona. È fondamentale cambiare passo».
Tre a uno, palla al centro.
Resta una distanza di due gol da colmare.
E per farlo, il leader di Novità a Cremona si rimette immediatamente all’attacco della profondità: nel mirino, questa volta, il rimprovero pizzettiano sull’esclusione dalla giunta parallela dei consigliere eletti. «A me la giunta ombra di Portesani pare una squadra di ex candidati in una lista che lascia a margine gli eletti della coalizione di centrodestra — l’aveva messa a fil di palo, Pizzetti —. Oltretutto, la presunta giunta ombra sbianchetta la giunta promessa in pompa magna dal candidato del centrodestra al termine della campagna elettorale».
Portesani sfodera lo scatto e avvicina l’area avversaria con determinazione: «Mi ha rimproverato di aver fatto un ‘governo ombra’ lasciando fuori soggetti del centrodestra. Basta leggere il comunicato stampa: l’iniziativa è di ‘Novità a Cremona’, non del centro destra. Pensa che questa iniziativa sia minoritaria e purtroppo inefficace. È un suo parere e a noi, francamente, interessa poco. Un consiglio anche in tema di storia. Il presidente del consiglio comunale può farsi aiutare ad aprire la voce ‘governo ombra’ su Wikipedia. Si parla di ‘istituzione politica, presente nei sistemi parlamentari di paesi democratici: Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda’. Ma evidentemente, a lui troppa democrazia dà fastidio».
Bello spunto. Non sufficiente, però, per concretizzare in rete. Serve altro, per piegare le mani al portiere.
E Portesani ci riprova: «Pizzetti si inalbera se scriviamo la giunta Virgilio/Pizzetti. Legga allora cosa scrive il suo sindaco, che lo cita espressamente come un suo diretto collaboratore. Dei suoi assessori, invece, dice nulla. Poi sostiene non mi abbia portato bene usare certe espressioni. Può darsi, ma di certo al Pd e al centrosinistra non ha portato bene il suo ingresso in lista, visto che ha perso la bellezza di 4.000 voti rispetto al turno elettorale affrontato con Galimberti».
Eccolo lì, il 3 a 2. Di rapina. Brutto, sporco e cattivo. In mischia.
Senza rispetto prima di affrontare proprio il tema del rispetto.
«Il presidente del consiglio comunale lo ha chiesto a più riprese nel suo intervento. Ma è ben noto a tutti che nell’esercizio delle sue cariche, e anche all’interno del Partito democratico lo sanno bene, lui sia più propenso ad alzare o abbassare il pollice di romana memoria per decretare la vita o la morte dell’uno o dell’altro. Noi di ‘Novità a Cremona’ vogliamo essere il punto di riferimento dei cremonesi che vogliono fare proposte per una città diversa e nel contempo evidenziare tutte quelle criticità che tanti cittadini continuano a segnalarci. E tutto questo non è campagna elettorale: è stare vicino ai cittadini evitando di rimanere chiusi nelle stanze del potere».
Un bel cross dal fondo verso il dischetto del rigore. Ma manca il colpitore di testa a schiacciare in porta.
Trova l’affondo giusto subito dopo, Portesani: allo scadere. Sfruttando il varco offerto dalla considerazione di Pizzetti sul cane da guardia usato dallo stesso Portesani per definire il compito e gli obiettivi della sua giunta ombra: «Abbiamo più bisogno di San Bernardo, che di Rottweiler» aveva suggerito l’ex parlamentare sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni.
Si incunea alla Inzaghi, sul filo del fuorigioco, Portesani: «Ormai lo abbiamo capito che Pizzetti ama i cani ‘da salotto’, piuttosto che quelli da guardia: i primi scodinzolano a qualsiasi padrone, i secondi difendono la loro comunità».
Veleno da Var. Arbitro richiamato immediatamente al video: il fallo appare lieve, gol convalidato. Tre a tre. Il pareggio che Portesani cercava per andare ai supplementari.
Solo melina, però, nei due quarti d’ora conclusivi.
«A proposito di sgrammaticature — torna al principio del suo ragionamento, Portesani —, ricordo al presidente del consiglio comunale che non si addice al suo ruolo istituzionale replicare pubblicamente a un consigliere su tematiche squisitamente politiche. Toccherebbe al sindaco, o a un altro consigliere, o al segretario del Pd. Lui non riveste alcuna di queste cariche. O forse le riveste tutte?».
Triplice fischio. Si va ai calci di rigore. Si tirano oggi. Servono portieri reattivi, calma e sangue freddo. Poi il derby della politica avrà il suo vincitore.
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